Santi: dalla tribolazione alla vittoria

Martedì 9-12-25 2Av Dove tu dici “non c’è più niente da fare”, Dio dice “qui ricomincio”. La consolazione arriva dove finalmente siamo veri


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La consolazione a cui Isaia invita oggi, consolate il mio popolo, una consolazione che sembra andare a toccare la parte più scoraggiata, quella che ormai si è rassegnata del cuore dell'uomo. E se il tempo di avvento ha questa caratteristica di preparazione perché il Signore viene, abbiamo però bisogno di riscoprire in che senso viene, perché detta chiaramente, il Signore non ha mai smesso di venire. Mai. 
Ma non sempre noi siamo disponibili a coglierlo. E a questa attenzione si capisce che possiamo porre una disponibilità diversa, tanto che il grido di cui il profeta parla, un grido nel deserto, è qualcosa che stiamo già approfondendo, forse da tanti anni, pensando anche Giovanni Battista, questa domenica, la domenica prossima, questo gridare, ma che tipo di grido è? Perché non è detto che una cosa che noi non vogliamo ascoltare, anche se uno ce la urla davanti alla faccia, cambi qualcosa. Anzi, a volte è un motivo maggiore per dire spostati, non mi interessa.
Ma il grido, cioè l'urgenza che il nostro cuore sente di verità e di vita, ha a che fare forse con un testo che non credo che sia di consolazione immediatamente, non mi sembra molto di consolazione, ma piuttosto di dichiarazione di quello che Dio fa normalmente. Cioè che anche gli ambiti della tua vita, quelli che tu hai detto “qui è andata, qui non viene fuori più niente di buono”, sono quelli che il Signore viene a visitare con una nuova speranza, a dirti ma io vengo lì, a dirti non ti lascio da solo, ti sei perso e io ti vengo a cercare, qualunque cosa accada. Allora, questo ha a che fare più che con la consolazione del nostro cuore, che non vuole essere consolato, certe volte vogliamo rimanere induriti nella nostra tristezza, ma ci sta dicendo che Dio ha un'intenzione non soltanto dichiarata, ma del tutto spropositata di visitare l'umanità, perché l'umanità è tutta persa e tutta ha bisogno di essere ritrovata e quelli che si pensano più a posto degli altri ne hanno bisogno un po' di più, perché non considerano la fedeltà di Dio a tutti gli uomini, ne fanno dei motivi di diversità.
Allora, oggi chiediamo al Signore il coraggio di vedere come Lui ci viene a visitare, in quale ambito della mia vita, che forse non mi ero neanche accorto che si era perso, perché preferisco l'attenzione sulle 99 che non si sono perse che su quell'unica che si è persa, ma forse proprio lì il Signore mi sta visitando per farmi comprendere come tutta la mia persona, come tutta la persona dell'altro, anche quello che non mi piace, è chiamata ad una pienezza di vita e di comunione con Lui.
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Santi: dalla tribolazione alla vittoriaBy Stefano Savoia