Santi: dalla tribolazione alla vittoria

Mercoledì 19-11-25 - Il dono non è da conservare. È da consumare, da vivere, da trasmettere. La paura lo spegne, la comunione lo moltiplica


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Entrare nelle parabole può essere per noi un motivo di turbamento a volte perché forse abbiamo bisogno anche di imparare a manovrarle, ad entrarci e oggi vorrei sottolineare soprattutto un aspetto. Qual è l'interesse della parabola? Perché pare che la motivazione per cui Gesù dica questa parabola riguardi il fatto che si aspettavano che il regno di Dio si manifestasse da un momento all'altro, cioè, come dire, rotta per rotta, vediamo, come ce la viviamo, come ci giochiamo la vita. Allora, il capire che il Signore a ciascuno di noi ha affidato dei talenti che sono Suoi, sono Suoi, nel senso che se ci guardiamo bene, tutto ciò che noi siamo e abbiamo alla fine fa parte di un dono e l'unico modo per poterlo veramente apprezzare è vivere il dono.
La vera mancanza è non vivere il dono, tant'è che, e questo la parabola lo fa vedere chiaramente, a chi vive il dono viene moltiplicato il dono, cioè tutto ciò che il dono che hai ricevuto frutta è una partecipazione e addirittura ti viene dato ancora. Che cosa significa questo continuo? A chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza? vivilo il tuo dono perché se solo se lo vivi lo saprai gustare, apprezzare e moltiplicare, ma non perché devi restituire qualcosa, perché è proprio dell'economia del dono circolare come un bene; questo è in primis il dono della vita.
Tant'è che l'opposto è la paura ed è quel servo che viene rappresentato come colui che il dono lo mette in un fazzoletto, ti riporto il fazzoletto pulito e stirato. Ma non lo voglio pulito e stirato, lo voglio consumato e guardate che questa paura è veramente assurda, perché? Perché contraddice quello che in pratica è successo, cioè il dono di questa moneta che ti è stato fatto, di questo talento è un dono che tu dici che non è un dono, perché? Dice che tu vuoi raccogliere senza aver seminato, ma come? Cos'è quello che ti ho dato? Il dono della vita ricevuto? Pensatelo un attimo anche con quello che è il racconto della colpa originale di Adamo, nel momento in cui si rende conto dell'aver mancato si allontana, si nasconde, ho avuto paura e mi sono nascosto, cioè provate a metterlo accanto al brano della prima lettura, a questa donna, quanta forza e coraggio ha questa donna, ma da dove viene questa forza e coraggio? Dal fatto che sa che anche i suoi sette figli e la sua stessa vita possono essere martoriati, ma hanno a che fare con un molto di più, ma questo non vuol dire non vivere l'oggi, ma vivere l'oggi come un dono. Questo lo possiamo percepire anche nei momenti di prova della vita, di malattia, di persecuzione fatta in qualunque modo. Ma quello come lo vivi? Con il coraggio di essere parte di un dono, e per questo che chi non capisce questo non attribuisce al dono il valore giusto, alla propria vita la prospettiva del dono, allora diventa un'accusa stessa contro Dio. Se sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato, allora perché non l'hai consegnato a una banca? E vorrei dirvi la mia interpretazione della banca: ecco la banca, siamo noi, cioè finché non sappiamo mettere il tesoro della nostra vita in una comunione che è capace di moltiplicarlo, perché lo condividi, è lì che si moltiplica il dono, proprio l'essere vivo come un dono per gli altri, e allora ciascuno capisce il suo talento, la capacità di studiare, la capacità di lavorare, la capacità di mettersi a servizio, la capacità di moltiplicare quello che semplicemente ti viene partecipato, ma come dono, quindi forse l'economia del dono ha un motivo, scoprire che Dio è un dono per te, finché non accoglierai Dio come un dono per te, lo penserai come qualcuno che è attenta a ciò che è tuo, alla tua stessa vita, ma come? Non è questo forse il principio dell'assurdo, ci ha partecipato la sua vita per imparare a viverla come la vive lui, tant'è che ce l'ha trasmessa anche come significato. Allora proviamo a farci anche noi gioiosi testimoni del dono d'amore che Dio ha fatto a ciascuno di noi.
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Santi: dalla tribolazione alla vittoriaBy Stefano Savoia