Santi: dalla tribolazione alla vittoria

Mercoledì 26-11-25 Se il Vangelo ci mette in crisi… è davvero un problema? O è forse il segno che sta toccando qualcosa che deve cambiare?


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La portata dei testi di questi giorni, ce ne siamo resi conto, sono testi rivelativi anche di quanti problemi, difficoltà ci saranno nella vita da discepoli proprio per essere discepoli. Questi testi, siamo all'ultima settimana dell'anno liturgico, poi proseguiranno in un modo molto simile anche all'inizio del nuovo anno liturgico con l'Avvento. Si chiamano testi apocalittici perché ci rivelano, profeticamente, aspetti della vita da discepoli.
E quello che succede sostanzialmente è la giusta conseguenza del rapporto che si ha con il Cristo, con la sua parola e con la sapienza propria di Dio. Per questo nei testi paolini è facile trovare spesso quella grande contrapposizione tra la vita secondo la carne e la vita secondo lo spirito. Potete trovarli nelle lettere di San Paolo.
Vorrei coglierne un aspetto oggi perché l'invito è a perseverare nella relazione con Lui tanto da non preparare prima come e con che cosa rispondere alle varie prove della vita. La semplicità in questo aiuta; quando tu vivi una relazione profonda con il Signore, l'amore con cui ama, la sapienza con cui pensa tutte le cose e ce le ha rivelate, vivrai di conseguenza, cioè il tuo modo di pensare, parlare e agire scaturisce da questa relazione. Ne è conseguenza.
Questo ci dovrebbe aiutare a sentire quante volte noi saltiamo (interiormente), davanti ad alcune affermazioni del Vangelo. E sentire che ci sono delle insubordinazioni del nostro cuore riguardo a qualcosa che il Signore dice. Ma perché accade questo? Detto con le parole del Cardinal Biffi, perché diciamo che non tutti i territori del nostro cuore sono ancora evangelici, cioè il Vangelo non è presente in tutte le parti del nostro cuore.
E lì dove non c'è, c'è una ribellione. Allora, per quanto riguarda il discepolo, la preziosità che ha colto nell'insegnamento del Maestro di conseguenza ci sarà nel suo parlare. Ma di conseguenza anche quello che viene fatto al Cristo verrà fatto al discepolo.
E viene sintetizzato così. Sarete traditi perfino da genitori, fratelli, parenti, amici. E uccideranno alcuni di voi.
Questa non è solo la persecuzione quella fino al sangue. Questa è la persecuzione della incomprensione del Vangelo. Cioè, nel momento in cui tu credi e vivi un aspetto che il Vangelo ti ha fatto capire, questo potrebbe contraddire anche le relazioni.
Tanto che c'è incomprensione e contraddizione anche nei rapporti familiari, dove la logica non è detto che sia evangelica. La logica può essere semplicemente: in casa nostra si fa così, perché l'ha detto il papà, l'ha detto la mamma, perché c'è una logica umana che lo dica. Oppure noi siamo in lotta con quelle persone, quindi con quelle persone tu non devi parlare e tu invece le consideri dei fratelli.
Sono delle contraddizioni che ti dicono adesione al Vangelo oppure pensiero secondo l'interesse umano. Allora, questo fa morire, cioè senti che c'è un rapporto che ha delle ferite, addirittura ha l'esclusione del cuore. Qualcuno ti toglie il saluto.
Ma a quale Vangelo sta credendo? Quale verità sta scegliendo di tenere alta nella sua vita? Il Signore comunque ci dice che vivendo così, a causa del suo nome, dice bene, sappiate, nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Che significa? Che tutto ciò che vivrai non andrà perduto, anche quelle fatiche che tu porterai a motivo della fede, anche quell'amore che continuerai ad avere, anche se sembrava una cosa piccola come un capello, il Signore non la perde, cioè non ti allontani dal rapporto con Lui, anche lì sentirai la sua presenza e la sua consolazione. E' per questo che termina con questa frase che avrebbe bisogno proprio di essere sperimentata, con la vostra perseveranza, che vuol dire con la capacità di rimanere in questa scelta d'amore, salverete la vostra vita.
Non che ci salviamo da soli, sentirai che con questo tipo di scelta ci sarà quell'amore che ti salva, quell'amore che dà senso a tutta la tua vita, che ti costituirà in comunione, ti farà sentire di essere partecipe della vita di Dio. Per questo abbiamo bisogno di rinnovare anche la nostra adesione a queste parole, il custodirle, ripeterle, meditarle, tenerle nel cuore per capire anche dentro di noi quanto stiamo aderendo al Signore o quanto andiamo avanti per la nostra strada. Il Signore è una specie di teoria che ci teniamo dentro pensando che ci dia ragione, ma stiamo andando per un'altra strada.
Allora la fedeltà, quella che poi nella prima lettura si vede Daniele mantiene e legge profeticamente anche la visione del re Baldassar, rischio e pericolo della sua vita è perché l'adesione alla verità supera questa vita stessa, supera la benevolenza dell'altro, la comprensione dell'altro, la supera. Anche noi abbiamo bisogno di ritrovarci compattati interiormente in questa sapienza perché anche la comunione tra di noi non è frutto del saper stare al proprio posto, la comunione tra di noi è sempre frutto dello spirito e di una adesione alla verità che ci rende liberi.
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Santi: dalla tribolazione alla vittoriaBy Stefano Savoia