“L’Arte si fa Voce” è un progetto nato per portare all’attenzione la fotografia fedele delle sensibilità più diffuse nel panorama creativo contemporaneo e per permettere di cogliere gli aspetti anche meno scontati dell’impegno sociale e della solidarietà.
Tanti sono gli artisti che ogni giorno combattono battaglie che si estendono oltre lo spazio della critica; il loro operato è azione, un gesto di responsabilità e lotta per le cause care al contesto a cui appartengono o rilevanti per il mondo intero.
Se l’impegno sociale è infatti una voce che rompe il silenzio degli oppressi, l’arte è una cassa di risonanza estremamente potente.
La presa di coscienza è il primo passo che gli artisti compiono, prima di mettere in atto delle concrete azioni in risposta a temi caldi del presente quali disuguaglianze, ambientalismo, inclusione sociale e molto altro.
Attraverso l’arte l’attivismo dà una voce al silenzio nel quale spesso ricadono problematiche e questioni del mondo contemporaneo e punta la luce sull’oblio in cui si trovano le persone che vengono ignorate e sistematicamente escluse dalla società.
Francesco Grassi, alias Don Ciccio, è considerato uno dei pionieri della Black Music in Italia. Inizia la sua carriera nel 1990 con la crew-ragga-hip hop bolognese Radical Sunshine Posse.
Dal 1998 al 2002 vive a Londra, dove accresce la sua cultura musicale relazionandosi a grandi personaggi della scena reggae internazionale tra cui: David Rodigan, Saxon, Steve Barrow e suonando in diversi club della capitale del Regno Unito.
Nel 2005 fonda Love University Records, etichetta discografica con cui produce diversi artisti affermati e giovani emergenti, tra cui Mama Marjas, portandola alla ribalta nazionale ed internazionale. Con Mama Marjas, in veste di DJ ufficiale, Don Ciccio suona nei migliori club di Londra, Parigi, Bruxelles, Barcellona, Los Angeles e Miami. Sempre con Mama Marjas si esibisce nel 2012 al concerto dell'Uno Maggio a Roma in Piazza San Giovanni e per quattro volte sono protagonisti all'Uno Maggio di Taranto. Nel 2014 è ideatore del progetto African Party, il primo party Afrobeat portato in tour in tutta Italia che diviene veicolo per unire, tramite la danza, italiani ed africani con l'intento di integrare culture differenti.