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alla Notte dei Ricercatori e delle Ricercatrici il progetto "Sotto la Superficie Storie e sfide della terra che cambia," un esempio cruciale di Ricerca Ambientale. Il progetto è presentato dalla professoressa Carla Buosi, paleontologa del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche. Questo progetto nasce specificamente dalla profonda passione che gli studiosi nutrono per il nostro pianeta e per tutto ciò che è legato alla ricerca in campo ambientale. Il laboratorio si focalizza soprattutto su ricerche ambientali.
Il nucleo centrale dello studio coinvolge dei microrganismi noti come foraminiferi. In campo geologico, questi organismi allo stato fossile consentono di ricostruire l'evoluzione ambientale degli ambienti terrestri e permettono di datare le rocce. Tuttavia, in ambienti attuali, questi stessi organismi sono considerati degli ottimi bioindicatori.
I foraminiferi, in quanto bioindicatori, consentono di valutare lo stato di qualità ambientale degli ecosistemi marini. In termini pratici, dicono se un ambiente risulta inquinato oppure no, e sono in grado di indicare anche la tipologia di inquinamento presente.
Le ricerche in corso si concentrano in modo particolare sull'inquinamento generato dai metalli pesanti e sugli effetti che questi contaminanti producono sulle comunità di microrganismi. Inoltre, gli studi più recenti si stanno focalizzando sull'inquinamento causato dalla plastica e sugli effetti che questo tipo di contaminazione ha sia a livello cellulare che sull'intero sistema. Il lavoro di ricerca si concentra proprio sulle interazioni complesse tra il mondo animale, rappresentato da questi microrganismi, e la geologia, che comprende la superficie terrestre e gli ambienti marini.
In un’ottica di emergenza climatica, questi organismi si rivelano strumenti fondamentali. Essi consentono infatti di costruire le oscillazioni climatiche avvenute nel passato, fornendo dati molto utili per poter prevedere come evolverà la situazione climatica nel futuro. Dal punto di vista ambientale, i foraminiferi permettono di determinare lo stato di qualità ambientale degli ecosistemi. Sebbene le ricerche sulle interazioni tra contaminanti e organismi siano ancora in corso, gli scienziati sono a un buon punto e sicuramente nei prossimi anni si avranno delle risposte complete su tutti questi processi, sia in riferimento al cambiamento climatico che ai cambiamenti ambientali.
L'Università di Cagliari si pone attivamente nell'ottica dell'emergenza climatica e ambientale. Il Dipartimento di Scienze Chimiche Geologiche è particolarmente coinvolto in queste ricerche. Sia l'area chimica che l'area di geologia stanno studiando approfonditamente il cambiamento climatico e i cambiamenti ambientali da diversi punti di vista. Si tratta di progetti finanziati che, secondo gli esperti, daranno risultati concreti nei prossimi anni.
By UnicaRadio.italla Notte dei Ricercatori e delle Ricercatrici il progetto "Sotto la Superficie Storie e sfide della terra che cambia," un esempio cruciale di Ricerca Ambientale. Il progetto è presentato dalla professoressa Carla Buosi, paleontologa del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche. Questo progetto nasce specificamente dalla profonda passione che gli studiosi nutrono per il nostro pianeta e per tutto ciò che è legato alla ricerca in campo ambientale. Il laboratorio si focalizza soprattutto su ricerche ambientali.
Il nucleo centrale dello studio coinvolge dei microrganismi noti come foraminiferi. In campo geologico, questi organismi allo stato fossile consentono di ricostruire l'evoluzione ambientale degli ambienti terrestri e permettono di datare le rocce. Tuttavia, in ambienti attuali, questi stessi organismi sono considerati degli ottimi bioindicatori.
I foraminiferi, in quanto bioindicatori, consentono di valutare lo stato di qualità ambientale degli ecosistemi marini. In termini pratici, dicono se un ambiente risulta inquinato oppure no, e sono in grado di indicare anche la tipologia di inquinamento presente.
Le ricerche in corso si concentrano in modo particolare sull'inquinamento generato dai metalli pesanti e sugli effetti che questi contaminanti producono sulle comunità di microrganismi. Inoltre, gli studi più recenti si stanno focalizzando sull'inquinamento causato dalla plastica e sugli effetti che questo tipo di contaminazione ha sia a livello cellulare che sull'intero sistema. Il lavoro di ricerca si concentra proprio sulle interazioni complesse tra il mondo animale, rappresentato da questi microrganismi, e la geologia, che comprende la superficie terrestre e gli ambienti marini.
In un’ottica di emergenza climatica, questi organismi si rivelano strumenti fondamentali. Essi consentono infatti di costruire le oscillazioni climatiche avvenute nel passato, fornendo dati molto utili per poter prevedere come evolverà la situazione climatica nel futuro. Dal punto di vista ambientale, i foraminiferi permettono di determinare lo stato di qualità ambientale degli ecosistemi. Sebbene le ricerche sulle interazioni tra contaminanti e organismi siano ancora in corso, gli scienziati sono a un buon punto e sicuramente nei prossimi anni si avranno delle risposte complete su tutti questi processi, sia in riferimento al cambiamento climatico che ai cambiamenti ambientali.
L'Università di Cagliari si pone attivamente nell'ottica dell'emergenza climatica e ambientale. Il Dipartimento di Scienze Chimiche Geologiche è particolarmente coinvolto in queste ricerche. Sia l'area chimica che l'area di geologia stanno studiando approfonditamente il cambiamento climatico e i cambiamenti ambientali da diversi punti di vista. Si tratta di progetti finanziati che, secondo gli esperti, daranno risultati concreti nei prossimi anni.