Buonanotte Allineamenti

Notte del liceo classico 2019


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LazzaroVera–IIILiceo (V anno) –Convitto Nazionale“D. Cotugno”, L’AquilaQuella mattina, come sempre, stavo andando a scuola.Ma la solita strada, le solite case, i soliti negozi, era come se non ci fossero più.Uomini in chitoneo in clamide e donne in lunghi pepli mi camminavanoaccanto.Ora,  siamo  sinceri:  nei  miei  anni  di  educazione  classica,  non  mi  è  stato  certo  insegnato,  tra  una declinazione e l’altra, a dire “Ciao, come stai?”in greco antico, essendo la macchina del tempo un concetto ancora  lontano  dalla  mia  generazione,  né  tantomeno  sono  in  grado  di  chiedere  indicazioni  stradali  in latino: “Scusate, potreste per caso indicarmi la strada per il forum, fori, foro, forum, forum, foro?”Forse, in quella Roma, sarei in grado di ritrarre Catilina anche se con il rischio di ritrovarmiiugulatum, e saprei  addirittura  trovare  la  strada  per  la  Gallia,  con  un De  bello  gallicosotto il  braccio.  Sotto  un  porticopotrei discorrere di retorica, magari spacciando permie le idee di Kant ediHegel –non essendo ancora nati di certo non potrebbero lamentarsi –a costo di beccarmi una bacchettata sulle mani. Avendo davanti una  divinità,non  farei  come  Marsia  o  Aracne –ci tengo  alla  mia vita  e  alla mia  forma  umana –e  me ne starei  buono  buono  ad  offrirei  miei  sacrifici.  Forse  riuscirei  anche  a  trovare  la  strada  per  l’Anfiteatro Flavio, solo per ricordare inextremisil suo passato di fronte all’attuale aspetto digabbia vintageper leoni.Tra tutte queste esitazioni una sola è la certezza: come un certo uomo balbettante e un po’zoppo nella Deificazione di uno Zuccone, alla domanda “Chi sei, e di che paese? Qual è la tua città e i tuoi parenti?”, che io sia  di  Roma  o  di  Torino,  pugliese  o  triestino,  risponderei,  battendomi  il  petto: “Da  Ilio  spingendomi,il vento presso i Cìconi mi condusse”.A tavola con Virgilio potrei chiedere del cloruro di sodio per insaporire le vivande –non è affatto vero che al Classico non si studiano le scienze, e la matematica, credetemi, si tiene di gran conto: dobbiamo o non dobbiamo calcolarci le medie divoto in voto?Il  liceo  classico  è  un  ambiente  particolare,  non  meno  selvaggio  di  una  foresta  amazzonica: “Tityre,  tu patulae”è  un  richiamo  per  noi  colti  pappagallini, un  invito  a completarlo  con  un “recubans  sub  tegmine fagi”tassativamente in metrica, etutti, dopo cinque, sei ore passate ad elaborare uncompito di italiano -saggio  breve,  prima,  analisi  del  testo  ora  che  il  saggio  è  stato  estirpato  dall’esame  come  un’erbaccia,  non certoquella di Glauco -, vorremmo una delle focaccine al miele tanto amate 

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