Durante l’ascolto del Vangelo di oggi, mi ha colpito un episodio un po’ scomodo, quasi antipatico: la madre di Giacomo e Giovanni si presenta a Gesù con una richiesta che ha il sapore della raccomandazione. Chiede per i suoi figli i posti d’onore, alla destra e alla sinistra del Signore. È una richiesta che fa quasi arrossire, tanto che anche gli altri discepoli si indignano. In fondo, però, è comprensibile: ogni madre desidera il meglio per i propri figli.
Questa scena ci mette davanti a una logica molto diffusa: quella della ricerca del privilegio, del merito, della scorciatoia. E forse è per questo che ci infastidisce. Perché, se siamo onesti, anche noi siamo spesso immersi in questo stesso sistema, in cui contano le spinte, i riconoscimenti, le posizioni di prestigio.
Gesù propone un'altra via
Ma Gesù, con semplicità e fermezza, ci spiazza completamente: «Tra voi non sia così», dice. Nella comunità dei suoi discepoli le relazioni non si fondano sul potere o sul prestigio, ma su qualcosa di molto diverso. Gesù, che pure è il Figlio di Dio, colui che avrebbe tutto il diritto di farsi servire, si presenta come colui che serve. E invita i suoi discepoli – noi – a fare lo stesso.
«Chi vuole diventare grande sarà vostro servitore». È un’affermazione che ribalta le logiche mondane e che ci propone una strada che all’apparenza può sembrare perdente. Eppure è la strada del Vangelo: quella che rende davvero grandi agli occhi di Dio.
Il servizio come forma di vita
Questa parola, “servizio”, mi risuona dentro con forza. Non l’abbiamo forse sentita anche in questi giorni, a Napoli, attraverso tante testimonianze? Persone che, senza proclami, ci hanno mostrato che servire è davvero il modo più bello e autentico di vivere, di lavorare, di amare.
Gesù ci propone un servizio che arriva fino al dono della vita. Quando dice ai due fratelli: «Potete bere il calice che io bevo?», ci invita a condividere con lui non un onore, ma un cammino difficile, fatto di sacrificio, di fedeltà, di dono totale. È il calice della Pasqua, lo stesso che anche noi riceveremo nell’Eucaristia.
La grandezza nascosta del discepolo
Forse Giacomo e Giovanni non capiscono subito cosa stanno dicendo, ma rispondono: «Sì, possiamo». E in effetti, Giacomo sarà il primo degli Apostoli a dare la vita per il Vangelo: verrà decapitato da Erode, come raccontano gli Atti degli Apostoli. La sua morte, all’apparenza inutile, è invece la conferma che aveva davvero bevuto il calice di Cristo.
Questa è la vera grandezza, quella nascosta, silenziosa, fatta di amore che si dona, fino alla fine. E anche noi, nelle nostre vite quotidiane, possiamo orientarci su questa strada. Non siamo chiamati necessariamente al martirio, ma possiamo scegliere, giorno per giorno, di vivere nel servizio.
Un momento per dire il nostro sì
Ora, in un attimo di silenzio, voglio ringraziare il Signore e pregarlo nel mio intimo. Gli chiedo la forza di accogliere il suo Vangelo, di dire il mio “sì” al servizio. Di scegliere, ogni giorno, la via che Lui ha scelto per noi. Perché solo questa via ci rende davvero grandi.