Durante i giorni vissuti a Napoli, tra incontri, sorrisi e accoglienza, riscopriamo la forza di un legame che ci unisce profondamente: quello con Cristo, la vite alla quale siamo tutti tralci.
Un legame che stiamo vivendo
Questi giorni a Napoli sono stati illuminanti. Mentre attraversiamo i quartieri, ci lasciamo affascinare dalle meraviglie, dall’umanità viva, dal canto gioioso, dai sorrisi sinceri e dall’accoglienza calorosa. Ma tutto questo non è solo esperienza umana: sento che è il segno concreto di un legame vitale che ci tiene uniti. Il Vangelo di oggi lo dice con un’immagine potente: noi siamo i tralci, uniti alla stessa vite che è Cristo.
Tra tralci e frutti
A volte, almeno io, ma credo anche molti altri, ci sentiamo un po’ vite e un po’ tralci. Pensiamo che i bei frutti della nostra vita — le relazioni, i nostri cari, le nostre opere — siano nostri. E in parte è vero, li sentiamo come parte di noi e li vogliamo custodire. Ma c'è qualcosa di più profondo: il tralcio vive perché unito alla vite. E quella vite è Gesù. È lui la sorgente della nostra vita. È un legame che va oltre noi stessi e che ci lega anche gli uni agli altri: tra noi di Bologna e voi di Napoli, ad esempio, esiste una connessione sotterranea, viva e vitale.
Il tempo della potatura
Il Vangelo ci parla anche della potatura. Ci sono momenti nella vita in cui qualcosa va tagliato, lasciato andare, magari addirittura bruciato. Non tutto porta frutto. Ma anche questi momenti fanno parte del cammino della vita, e sono possibili proprio perché c'è una radice, un legame solido e vitale. In questi giorni, ne abbiamo viste tante di situazioni di rinascita: segni che la vita può ricominciare, può rifiorire. E può farlo perché resta quel legame con il Signore, profondo e unico, che spesso scopriamo solo in momenti precisi della vita.
Un legame d’amore
E quando lo scopriamo, ci rendiamo conto di quanto sia bello. Non è solo un legame storico, culturale, religioso. È un legame d’amore. Lo dice bene Paolo nella prima lettura: “Questa vita che io vivo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.” Gesù ha dato la sua vita per me. Non è solo una verità da sapere, è un amore da sentire. E questo amore, questa linfa che ci attraversa, ci unisce profondamente. Anche i frutti che diamo, per quanto diversi, hanno un sapore comune: perché nascono dalla stessa vita, dalla stessa linfa, che è Cristo.
Custodire e riscoprire
E allora sento che questo legame va custodito, va continuamente riscoperto. A volte significa anche fare spazio, tagliare ciò che non porta frutto, ciò che ci blocca o ci isola. Ma mai tagliare quel legame che ci unisce alla vite. Perché da soli non possiamo vivere. Non possiamo — e non vogliamo — staccarci da Lui. Gesù è la nostra linfa, la nostra vita, la nostra forza. E questo legame, lo ringraziamo, perché ci rende fratelli, ci fa nuovi, ci fa vivi.