Il podcast di don Andres Bergamini

Omelia Immacolata Concezione della BV Maria 2025


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Nella Annunciazione, restiamo colpiti dallo stupore di Maria. È la prima a meravigliarsi per tutto ciò che Dio compie per lei. Al saluto dell’angelo — “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te” — il suo stupore diventa persino turbamento. La vedo lì, nella sua casa di Nazareth, raggiunta da un messaggero di Dio che le annuncia parole enormi: ha trovato grazia, concepirà un figlio, lo chiamerà Gesù, e sarà Figlio dell’Altissimo.

La grandezza della chiamata e la piccolezza di Maria

Mi immagino Maria mentre sente parlare del trono di Davide, di un regno eterno. Lei, così consapevole della sua piccolezza, non può che restare sorpresa. Non è solo la famosa frase “Non conosco uomo” a emergere, ma la percezione profonda di essere visitata da qualcosa di immensamente più grande di lei. L’angelo insiste: lo Spirito Santo scenderà su di lei e la potenza dell’Altissimo la coprirà con la sua ombra. E poi le annuncia anche il segno di Elisabetta. Davanti a tutto questo, Maria capisce che Dio sta intervenendo nella sua vita in modo totale.

Dio prepara Maria fin dal suo concepimento

La festa dell’Immacolata mi fa meditare su come Dio non abbia iniziato ad agire in Maria solo a Nazareth. La sua cura la accompagna fin dal primo istante della sua esistenza. La Chiesa celebra proprio questo: un concepimento immacolato, senza peccato, perché Maria fosse degna dimora per il Figlio. Così, dall’inizio della sua vita fino al giorno dell’Annunciazione, tutto è preparato con amore.

Una vita piena: dall’accoglienza alla croce e oltre

Arrivata a Nazareth, Maria comprende che tutta la sua vita sarà segnata da questa chiamata: diventare madre, accogliere quel bambino, crescerlo, accompagnarlo fino alla croce e oltre, per sempre. L’intervento di Dio su di lei riguarda ogni suo passo e riguarda anche l’umanità intera. Lo dirà lei stessa nel Magnificat.

Il “sì” di Maria e l’importanza dell’Annunciazione

Dopo le domande e lo stupore, Maria pronuncia il suo “Eccomi”: “Sono la serva del Signore, avvenga per me quello che hai detto”. È un sì che permette a tutte quelle parole dell’angelo di compiersi. Per me, questo Vangelo dell’Annunciazione è forse il più importante di tutti, perché guardando Maria comprendo la cura che Dio ha anche per me. Diversa, certo, ma nella sostanza simile: ciò che Dio fa per lei lo fa per tutti i suoi figli.

Dio che cerca l’uomo: Adamo ed Eva

La Genesi me lo ricorda. Adamo ed Eva avevano ricevuto ogni cosa: il giardino, gli alberi, gli animali. Tutto era stato donato loro. Eppure non hanno custodito la parola di Dio. E cosa fa il Signore? Li cerca: “Adamo, dove sei?”. Li soccorre, li veste, li rimette in cammino. Eva diventa madre di tutti i viventi. Se Dio ha fatto questo per loro, i peccatori primordiali, quanto più lo fa per noi.

La nostra storia: scelti prima della creazione del mondo

Noi non siamo stati concepiti senza peccato, ma nel Battesimo tutto è stato cancellato. E nella lettera agli Efesini scopro qualcosa di incredibile: in Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati nella carità. Ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi, eredi della sua gloria. A volte mi viene da pensare che tutto questo non valga per me — povero don Andrea, direbbe qualcuno — e invece sì. Vale per ciascuno di noi, per tutte le creature che Dio ama da sempre.

La chiamata alla conversione

Ieri Giovanni Battista, nel Vangelo, ci diceva: “Convertitevi, il regno dei cieli è vicino”. E capisco che devo sempre convertirmi a questo amore di Dio, che mi ha scelto da sempre. Questa è la vera conversione: tornare a Lui, con il cuore aperto, qualunque sia la mia situazione.

Dio dentro le nostre storie concrete

Penso alle storie quotidiane in cui vedo questo disegno d’amore. Sabato ho celebrato un matrimonio: una lunga storia personale dei due sposi, che culmina in una grazia che però parte da lontano. Ieri ancora, l’ingresso di Pietro Giuseppe nella sua nuova parrocchia: anche lì un cammino preparato da Dio. Lo stesso per Elisabetta, ormai anziana, eppure visitata dal miracolo. Nulla è impossibile a Dio. Anche tra guai, acciacchi e lutti, riconosco che la nostra vita ha un significato nelle mani di Dio, dall’inizio alla fine dei tempi.

La gioia nel sentirsi amati da Dio

Quando mi sento avvolto dall’amore di Dio, esplode la gioia. È per questo che la festa di oggi è così importante: contemplando Maria e il modo in cui accoglie il disegno su di lei, imparo a dire anche io “Sì, avvenga per me quello che hai detto”. Una preghiera che amo dice che dobbiamo contemplare il mistero con sguardo puro e accoglierlo con degno affetto. È il mistero della vita di Dio in noi.

L’Eucaristia ci rimette dentro questo mistero

Ogni volta che celebro l’Eucaristia, quando ascolto la Parola e ricevo il Corpo e il Sangue del Signore, vengo reimmesso in questa dinamica d’amore. E allora dico: grazie, Signore. Concedi anche a noi, per intercessione della nostra patrona, di venire incontro a Te in santità e purezza di cuore. Vogliamo abbracciarti, vogliamo dire il nostro “sì”.

Maria, un modello che ci riguarda davvero

Maria resta il nostro modello. Non un modello lontano e irraggiungibile, ma qualcuno che ci riguarda profondamente, perché ciò che Dio ha fatto in lei parla anche di noi. Come comunità, come famiglia, come Chiesa, ci riconosciamo in questa stessa storia d’amore che Dio tesse per ogni suo figlio.
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Il podcast di don Andres BergaminiBy Andres Bergamini