Il podcast di don Andres Bergamini

Omelia Natività di Giovanni Battista vespertina messa a casa Castellani


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Ci troviamo in una vera festa di casa. Le letture di oggi ci parlano di grembo, di origine, di vocazione. Nel Vangelo abbiamo ascoltato l’annuncio dell’angelo a Zaccaria riguardo alla nascita di Giovanni Battista. E nella prima lettura, il profeta Geremia sente Dio dirgli: “Prima di formarti nel grembo materno ti ho conosciuto”. È un’espressione che mi ha colpito profondamente.

È davvero impressionante pensare che Dio ci conosce prima ancora che siamo formati nel grembo materno. Questo non vale solo per Giovanni Battista o per Geremia, ma per ciascuno di noi. Le nostre vite non sono frutto del caso. Sono volute, pensate, amate da Dio fin dall’inizio dei tempi. A volte ci sentiamo piccoli, irrilevanti nel tempo e nello spazio – in mezzo a miliardi di persone e migliaia di anni di storia – eppure ciascuno di noi è nel cuore di Dio da sempre.

E non solo voluti: siamo amati e accompagnati, con una missione precisa. Siamo continuamente rigenerati quando torniamo all’abbraccio del Signore. È come una rinascita ogni volta. La sua benevolenza ci accoglie, ci protegge, ci guida. È una relazione familiare, piena di affetto, un legame che si rinnova ogni giorno.

Un amore che precede la visione: credere senza vedere

Anche la seconda lettura, dalla Prima lettera di Pietro, parla con forza alla nostra esperienza: “Voi amate Gesù Cristo pur senza averlo visto”. Mi ha fatto sorridere pensare: qui tra voi in famiglia, qualcuno ha mai visto Gesù? Eppure lo amate, ci credete. Questo è il mistero grande della fede: un amore che nasce prima ancora della vista. Lo sentiamo dentro di noi, ci abita, e a un certo punto ci fa dire: “Signore, ti amo. Signore, credo in Te. Signore, Tu sei il mio sostegno”.

È un legame d’amore profondo, misterioso, che ci lega al Signore fin dall’inizio, e che ci sostiene ogni giorno. Come per Giovanni Battista, anche per ciascuno di noi questo amore si traduce in una predilezione concreta, in una chiamata.

Una chiamata personale: qual è la mia missione?

L’annuncio dell’angelo a Zaccaria non è solo un lieto evento familiare: è anche una dichiarazione di missione. Giovanni sarà il precursore del Messia, preparerà i cuori. Ma questa logica vale anche per noi. Amati da sempre, generati per amore, ciascuno ha una missione, una strada unica per testimoniare l’amore di Dio.

Allora mi chiedo: qual è la mia missione? In che modo io rendo concreta questa fede? Anche questa celebrazione, qui nella vostra casa, è un’occasione per dire grazie. Perché da queste mura – che cambiano col tempo, tre anni, diciassette, sessantadue – nasce e cresce una missione. Quante vite sono passate da qui, quanti figli, quanti cammini differenti!

E ora anche una nipotina è in arrivo. Chissà quale missione il Signore ha pensato per lei! Per ciascuno c’è un modo unico in cui la fede si fa vita, relazione, presenza concreta nel mondo.

Uniti nell’amore di Dio: una comunità di vocazioni

Mi riempie il cuore vedere quanto vi volete bene, come tra vicini vi aiutate. Siete diversi, anche nel colore della pelle, ma uniti da un amore più profondo: quello di Dio che ci ha voluti da sempre.

Questa è la bellezza della comunità: la diversità che si fa comunione, grazie all’unico amore di Dio che ci tiene insieme. Perciò oggi, insieme, possiamo ringraziare il Signore per le nostre vite, per le nostre famiglie. Possiamo rinnovare il nostro “sì” alla missione che ci affida, proprio come ha fatto Zaccaria.

Siamo giovani, maturi, anziani… ognuno ha il suo modo per esprimere l’amore di Dio. Penso a Giovanni, il nostro patriarca qui, che ha a cuore le persone che lo aiutano e gli stanno vicino. È un dono grande. Anche questo è un modo per vivere e testimoniare la vocazione che ci è stata data.

Un silenzio di gratitudine

Ora, in un momento di silenzio, vogliamo dire grazie. Ringraziare il Signore per la vita, per la chiamata, per il suo amore fedele. E affidargli con fiducia tutto ciò che siamo: le nostre fatiche e le nostre gioie, le nostre domande e i nostri “sì”. Perché Lui, che ci conosce da sempre, continua a camminare con noi.
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Il podcast di don Andres BergaminiBy Andres Bergamini