Il podcast di don Andres Bergamini

Omelia per la festa della dedicazione della Cattedrale di San Pietro a Bologna


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Nel Vangelo che celebriamo in occasione della dedicazione della nostra cattedrale, la figura della Samaritana mi colpisce sempre per la sua umanità e per il suo essere segno di divisione e di ricerca. Anche lei appartiene a un gruppo, a una tradizione religiosa, ma dentro quel mondo frammentato vive un desiderio profondo che la spinge a cercare. È in questo cammino che incontra Gesù, al pozzo, in un dialogo che si fa via via più intimo, fino a rivelarle il cuore stesso di Dio.

In quell’incontro si manifesta il desiderio del Padre, che opera in modo misterioso nei cuori delle persone attraverso Gesù. È lì che la Samaritana scopre che la vera adorazione non è più legata a un luogo o a un’appartenenza, ma si compie “in spirito e verità”.

Noi, edificio di Dio

San Paolo, nella prima lettera ai Corinzi, ci ricorda che noi siamo “l’edificio di Dio”. Questa espressione mi colpisce profondamente: ciascuno di noi è tempio dello Spirito Santo, ma lo siamo anche come comunità, come Chiesa, come gruppo di credenti. Non esistiamo isolati, ma in relazione, uniti in un’unica costruzione che ha un fondamento preciso: Gesù Cristo.

Il fondamento non è un’idea, non è un sentimento, ma è una persona viva, Gesù nella sua Pasqua, nel suo morire e risorgere per la nostra salvezza. Senza questo fondamento, ogni forma di appartenenza, anche la più bella e generosa, si indebolisce. Paolo insiste molto su questo: non può esserci altro fondamento che Cristo.

Custodire e costruire sul fondamento

Una volta ritrovato e custodito il fondamento che è Gesù, inizia la costruzione. Ed è un’immagine affascinante, quella del Tempio che cresce, si trasforma, si sviluppa nel tempo. Chi si occupa di costruzioni lo sa bene: ogni edificio vive di equilibrio tra stabilità e crescita. Così anche noi, come persone e come comunità, siamo in cammino, sempre in divenire.

Come la Samaritana, anche noi attraversiamo un percorso: domandiamo, ascoltiamo, ci lasciamo cambiare, e poi diventiamo testimoni. La donna del Vangelo non si ferma al pozzo: corre dai suoi, racconta ciò che ha visto, invita gli altri a incontrare Gesù. È un’immagine bellissima del credente che diventa adoratore di Dio “in spirito e verità”.

Ritrovare il Signore nella comunità

Cercare il Signore non significa solo rivolgersi al proprio cuore, ma anche riconoscerlo nella vita della comunità. Anche una piccola comunità, raccolta magari in una sera di pioggia, può essere luogo di incontro con Dio. È qui, nella Parola ascoltata e nei sacramenti celebrati insieme, che lo troviamo davvero.

Se perdiamo questo centro — l’ascolto della Parola e la vita sacramentale — rischiamo di smarrirci. La fede non è mai solo personale: è un cammino condiviso.

Costruttori o distruttori del Tempio

San Paolo ci mette in guardia con parole forti: “Chi distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui”. È un avvertimento serio che ci chiama alla responsabilità. Possiamo essere costruttori della casa di Dio, ma possiamo anche diventare distratti, adoratori stanchi o, peggio ancora, distruttori di ciò che Dio edifica in mezzo a noi.

Per questo, la festa della dedicazione della cattedrale non è solo memoria di pietre consacrate, ma invito a custodire la vita spirituale e le relazioni che ci tengono uniti. Celebrare la nostra cattedrale significa riconoscere il centro della nostra Chiesa, intorno al vescovo, ma anche la necessità di edificare insieme la comunione, giorno dopo giorno.

Una preghiera di gratitudine

Oggi ringrazio il Signore per la grande comunione che ci unisce. Lo invochiamo perché continui a visitare la nostra vita, a riempirla della sua presenza, e a renderci sempre più consapevoli di essere il suo edificio vivente, fondato su Cristo, tempio dello Spirito, adoratori in spirito e verità.
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Il podcast di don Andres BergaminiBy Andres Bergamini