Ciao a tutti e ben tornati al consueto appuntamento normativo e fiscale dei metalli preziosi. Oggi vorrei riprendere e approfondire meglio il discorso sulle plusvalenze e minusvalenze e il monitoraggio fiscale.
Il legislatore italiano assoggetta a tassazione le cessioni di metalli preziosi, purché questi ultimi siano allo stato grezzo (esempio polveri, grani, lamine, lingotti etc.) o di tipo monetati (monete d’Oro), mentre non tassa la cessione di Oro usato, purché abbia la forma di oreficeria o gioielleria (collanine, bracciali, anelli, orecchini, ecc.). (Riferimenti Circolare 165/E/1998 dell’Agenzia delle Entrate e comma 1, articolo 67 del DPR n. 917/86).
L’articolo 67 e 68 del DPR n. 917/86, disciplinando i redditi diversi, sancisce che la plusvalenza derivante dalla cessione di particolari metalli preziosi (vedi lingotti) deve essere tassata in dichiarazione dei redditi.
Tassazione dei metalli preziosi.
La compravendita di metalli preziosi o Oro da investimento rappresenta un’operazione finanziaria in grado di generare plusvalenze o minusvalenze finanziarie.
Le plusvalenze/minusvalenze generate dalla compravendita di metalli preziosi, secondo l’Amministrazione finanziaria, devono essere assoggettate a tassazione attraverso l’applicazione di una imposta sostitutiva (dell’Irpef).
Il valore della plusvalenza tassabile (o della minusvalenza deducibile), dato dalla differenza tra il corrispettivo pattuito per la cessione e il valore di acquisto del metallo, aumentato di ogni onere inerente la produzione, compresa l’eventuale imposta di successione o donazione, le spese notarili, etc, (fatta eccezione per gli interessi passivi) deve essere dichiarata nel quadro RT – sezione II “Plusvalenze di natura finanziaria” del modello Redditi Persone Fisiche.
Vediamo, quindi come arrivare a calcolare la tassazione applicabile alla plusvalenza.
La base imponibile.
La base imponibile, data dalla differenza tra il corrispettivo pattuito per la cessione e il valore di acquisto del metallo, aumentato di ogni onere inerente la produzione, compresa l’eventuale imposta di successione o donazione, le spese notarili, etc, (fatta eccezione per gli interessi passivi), ai sensi dell’articolo 68 del DPR n. 917/86, costituisce l’importo che deve essere assoggettato a tassazione sostitutiva.
Al fine di riuscire a determinare in modo corretto tale valore è indispensabile conservare per tutto il periodo di accertamento fiscale, la documentazione relativa all’atto di acquisto dei metalli preziosi, in quanto, in mancanza di tale documentazione, le eventuali plusvalenze generate devono essere assoggettate a tassazione in misura fissa, con una base imponibile pari al 25% del corrispettivo della cessione.
Attenzione, questa possibilità non è un’opzione, ma è un obbligo applicabile nel momento in cui non si è in possesso degli atti di acquisto dei metalli preziosi.
Ai fini della determinazione della base imponibile, devono essere considerati come ceduti per primi i metalli preziosi acquistati in data più recente nel tempo, a meno che, non sia possibile fornire prova tangibile che sono stati venduti metalli preziosi acquistati in epoca meno recente (articolo 67, comma 1-bis del DPR n. 917/86).
Imposta sostitutiva
La base imponibile così determinata, deve essere assoggetta ad imposta sostitutiva, con aliquota del 26%. Si tratta della stessa aliquota con cui sono tassate le rendite finanziarie. La tassazione deve essere effettuata nel quadro RT del modello Redditi Persone fisiche, nella sezione II, dedicata alle plusvalenze di natura finanziaria assoggettate ad imposta sostitutiva del 26%.
Questa sezione della dichiarazione dei redditi, infatti, deve essere compilata dalle persone fisiche residenti in Italia per dichiarare le plusvalenze e gli altri redditi diversi di natura finanziaria indicati nell’articolo 67, comma 1, lettere da c-bis) a c-quinquies),...