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Le prime pietre d’inciampo sono arrivate a Venezia nel 2014. Da allora, ogni mese di gennaio, la loro posa è diventato un appuntamento imprescindibile per la città. Ventinove quelle collocate negli scorsi giorni. “Un mosaico sempre più ampio per mantenere viva la memoria”, come hanno evidenziato le istituzioni coinvolte (tra cui la Comunità ebraica) in questo itinerario fluido, in divenire. Una nuova iniziativa arriva ora a dare manforte nella sfida educativa correlata. Si tratta di “Pietre d’Inciampo, luoghi della memoria e realtà aumentata”, un progetto di public history sviluppato dall’Università Ca’ Foscari in collaborazione con la Comunità e con il contributo della Regione Veneto. Tra gli obiettivi quello di aumentare il coinvolgimento cognitivo ed emotivo dei cittadini “per promuovere una migliore comprensione della storia”.
Le prime pietre d’inciampo sono arrivate a Venezia nel 2014. Da allora, ogni mese di gennaio, la loro posa è diventato un appuntamento imprescindibile per la città. Ventinove quelle collocate negli scorsi giorni. “Un mosaico sempre più ampio per mantenere viva la memoria”, come hanno evidenziato le istituzioni coinvolte (tra cui la Comunità ebraica) in questo itinerario fluido, in divenire. Una nuova iniziativa arriva ora a dare manforte nella sfida educativa correlata. Si tratta di “Pietre d’Inciampo, luoghi della memoria e realtà aumentata”, un progetto di public history sviluppato dall’Università Ca’ Foscari in collaborazione con la Comunità e con il contributo della Regione Veneto. Tra gli obiettivi quello di aumentare il coinvolgimento cognitivo ed emotivo dei cittadini “per promuovere una migliore comprensione della storia”.