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Libro: I fallimenti dello Stato interventista
Autore: Ludwig von Mises
Editore: Rubettino
Anno di pubblicazione: 2011. Prima edizione originale: Kritik des Interventionismus, 1929.
Da quando i bolscevichi hanno abbandonato il loro tentativo di realizzare in un sol colpo il loro ideale sociale in Russia, e hanno sostituito alla loro politica originaria la «nuova politica economica», la NEP, nel mondo è in atto praticamente un unico sistema di politica economica: l'interventismo.
L'interventismo intende salvaguardare la proprietà privata dei mezzi di produzione, ma nello stesso tempo regolare l'attività dei loro proprietari con norme e soprattutto con divieti autoritativi. Quando questo controllo dell'attività dei proprietari dei mezzi di produzione, e degli imprenditori che ne dispongono con il consenso di quelli, si spinge fino al punto da far dipendere ogni decisione essenziale dalla direttiva governativa, sicché a guidare le decisioni su cosa e come produrre non è più la ricerca del profitto da parte dei proprietari terrieri, dei capitalisti e degli imprenditori ma la ragion di Stato - quando questo accade, siamo in pieno socialismo, anche se nominalmente la proprietà resta in vigore. In una società così strutturata formalmente esiste la proprietà privata, ma di fatto esiste soltanto la proprietà collettiva. E la proprietà collettiva dei mezzi di produzione non è altro che socialismo e comunismo.
By Federico RiviLibro: I fallimenti dello Stato interventista
Autore: Ludwig von Mises
Editore: Rubettino
Anno di pubblicazione: 2011. Prima edizione originale: Kritik des Interventionismus, 1929.
Da quando i bolscevichi hanno abbandonato il loro tentativo di realizzare in un sol colpo il loro ideale sociale in Russia, e hanno sostituito alla loro politica originaria la «nuova politica economica», la NEP, nel mondo è in atto praticamente un unico sistema di politica economica: l'interventismo.
L'interventismo intende salvaguardare la proprietà privata dei mezzi di produzione, ma nello stesso tempo regolare l'attività dei loro proprietari con norme e soprattutto con divieti autoritativi. Quando questo controllo dell'attività dei proprietari dei mezzi di produzione, e degli imprenditori che ne dispongono con il consenso di quelli, si spinge fino al punto da far dipendere ogni decisione essenziale dalla direttiva governativa, sicché a guidare le decisioni su cosa e come produrre non è più la ricerca del profitto da parte dei proprietari terrieri, dei capitalisti e degli imprenditori ma la ragion di Stato - quando questo accade, siamo in pieno socialismo, anche se nominalmente la proprietà resta in vigore. In una società così strutturata formalmente esiste la proprietà privata, ma di fatto esiste soltanto la proprietà collettiva. E la proprietà collettiva dei mezzi di produzione non è altro che socialismo e comunismo.