Il complesso dello stadio o la gloria dello stadio? L'associazione cronaca comasca - canzoni italiane di questo buongiorno a cura di Francesco Angelini oggi non parte da una canzone, ma appunto da un complesso: gli Stadio. Ripercorrendo i cambiamenti affrontati nel tempo dallo stadio di Como, il Sinigaglia (non molti per essere sinceri), si arriva alla mania odierna di Como e dei comaschi che dello stadio non riescono a smettere di parlare.
Ma quindi come la pensiamo sul Sinigaglia: gioiello del lago, quando visto da lontano, o struttura un po' deprimente quando guardata da vicino? Fateci sapere la vostra dopo aver ascoltato questo nuovo episodio che dura solo tre minuti e pochi secondi, e non perdetevi il finale... anche per il Sinigaglia, forse, ci sarà un futuro di gloria.

Taxi, taxi... non è un grido d'aiuto, ma il ritornerllo di una celebre canzone d'amore portata da Antoine e Anna Identici sul palco di Sanremo. Questo almeno negli anni '70, ora quelle due semplici parole "taxi,taxi" potrebbero assumere tutt'altro significato se pronunciate sulle sponde del Lago di Como dove i taxi sono diventati più rari del mostro di Loch Ness. Tra licenze estive e inverni solitari, sembra che mettersi d'accordo su quale sia la modalità migliore per garantire ai turisti un trasporto funzionale e a prezzi abbordabili stia diventando sempre più difficile.
E a noi non resta che cantare "Taxi, taxi il mio amore è finito lì", dopo aver ascoltato questi tre minuti e pochi secondi di podcast del lunedì.
Buona settimana!

Il ritorno del sole e delle temperature miti di questa coda di primavera preannuncia un altro ritorno: quello dell'assalto di tavolini sulle piazze e lungo le vie storiche di Como. E se è vero che Gino Paoli cantava "eravamo quattro amici al bar", è ancor più vero che oggi quegli "amici" (ormai, va detto, perlopiù turisti) al bar costituiscono un problema sensibile per la cittadinanza del capoluogo comasco.
Ne è ben consapevole il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, che lo ha dimostrato dedicando ai residenti 18 dei posti auto presenti in piazza Roma, contrassegnandoli con la linea gialla. L'obiettivo è quello di rendere più vivibili per i cittadini comaschi le aree del centro, che negli ultimi anni - complice la necessità di recuperare il tempo e gli introiti persi a causa della pandemia - sono state sempre più dedicate ai turisti.
Il percorso però non è facile e il caos rischia di imperare: voi cosa ne pensate? Cosa bisognerebbe fare per tornare a essere "quattro amici al bar" e non prigionieri di centinaia di tavolini su ogni metro quatro di città?

Le lunghe attese sul lago di Como sono uno sport ormai normalizzato: i comaschi ci mettono molto tempo a finire i progetti, come racconta Francesco Angelini in questo settimo buongiorno de La Provincia, dedicato proprio a uno di quei programmi che riguardano il nostro Lario e che ancora sono in stand by. L'aggancio musicale questa volta è da scovare in una canzone di Battiato degli anni '80, "Up Patriots to Arms", un vero e proprio invito alle armi contro la musica contemporanea considerata priva di senso. E in questi tre miinuti e pochi secondi di podcast mattutino vi raccontiamo perché anche la condizione odierna del Patria, lo storico piroscafo ormeggiato di fronte a Villa Olmo, è diventata ormai priva di senso. Tanto da richiedere una chiamata alle armi ai comaschi, perché trovino un modo per permettere alla storica barca di tornare a solcare le acque del Lario.

A cantare "Strade su strade" era Lucio Dalla, ormai più di cinquant’anni fa, e sembra perfetta per un podcast del buongiorno a tema viabilistico. «Strade su strade nessuna che va mai oltre questa città che muore» cantava Dalla e il ritornello è l’ispirazione che Francesco Angelini usa per parlare delle due strade comasche affacciate sul lago da sponde opposte. La Regina, con il suo traffico da incubo, e la Lariana, sottoposta a frane e smottamenti: in comune hanno l’abbandono e l’incuria.

I detriti nel lago fanno da sfondo - decisamente non piacevole - all’altrettanto spiacevole lite tra Comune e Provincia sulla possibilità di restituire alle acque del Lario nel primo bacino comasco almeno un po’ di quel colore che lo avvicina al cielo. In questo quinto good morning di Francesco Angelini, sulle note di “Finché la barca va” di Orietta Berti, parliamo di battelli spazzini e di tutto quello che in questi giorni è andato storto sulle acque del lago di Como.

“Il peggio sembra essere passato” cantava Sergio Caputo negli anni Ottanta in una canzone intitolata “Un sabato italiano”: E di sabati italiani in effetti la nostra città ne ha visti innumerevoli nella sua lunga esistenza, così come chi la abita, i comaschi. Ma i sabati italiani a Como non sono affatto il meglio che si possa immaginare e a differenza di quanto poteva pensare Sergio Caputo negli anni in cui scrisse quella canzone il peggio qui, a Como, perlomeno doveva ancora arrivare. Ma si sa che col peggio anche il meglio va sempre a braccetto: ve ne parla Francesco Angelini nella nuova puntata del podcast del lunedì che qui a La Provincia apre la settimana puntando l’attenzione sulle storie, le notizie e i temi più scottanti del nostro territorio.