Argomento: integrazione delle parti di sé; elaborazione, guarigione.
Nella vita, immancabilmente, vivo esperienze e provo emozioni, che a volte mi fanno soffrire e allora reagisco per proteggermi. Istintivamente le respingo, oppure le ignoro, o le nego, fingo che va tutto bene anche se non è vero; voglio trovare una soluzione facile, immediata, indolore per non sentirle più, per dimenticarle.
Compiere un lavoro su di sé, e perciò prendere contatto in piena consapevolezza con un vissuto che mi ha fatto soffrire,dà la possibilità di ascoltare parti di me che chiedono attenzione per ricevere una risoluzione.
Attraverso questa presa di contatto e di comprensione, avviene una sorta di liberazione che mi dona nuova forza, nutre, riattiva risorse interiori. Mi spiego: se uso una parte dell’energia vitale per cercare di sopraffare un dolore, conseguentemente tolgo energia ad altre parti di me che quindi vanno in carenza.
In conclusione, guarire non significa cancellare, annullare, annientare, sconfiggere (non c’è alcun nemico da combattere). Significa riportare in armonia, crescere, dare dignità alle emozioni che erano state in qualche modo giudicate, represse, o magari anche accettate ma non comprese fino in fondo.