Santi: dalla tribolazione alla vittoria

Sabato 22-11-25 la fede nella resurrezione è vivere già ora nella verità e nell’amore: la vita eterna comincia da qui.


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Mi sembra particolarmente prezioso il testo di oggi, perché parlare di resurrezione non è un discorso che facciamo... è più facile parlare dello sport, del tempo, delle cose che vanno e che non vanno, ma le cose veramente essenziali le tocchiamo poco, e la resurrezione è uno di questi argomenti fondamentali della nostra vita. E oggi ne abbiamo anche una testimonianza, non soltanto attraverso le spoglie mortali di Giuseppina, ma attraverso la nostra certezza che non sono i 98 anni, ma che è la vita eterna ciò che la riguarda, e la sua identità ha a che fare con l'essere figlia di Dio, e quindi la resurrezione è qualcosa che interpella la nostra vita verso la quale è orientata.
Per questo c'è una domanda che avete ascoltato, è molto capziosa, cerca di irridere Gesù.
Avete presente quando si fanno delle domande per irridere l'altro? Lo vogliono prendere in mezzo, e Gesù non risponde direttamente alla domanda, ma parla proprio della resurrezione. Cioè, ce lo possiamo anche dire, se la vita fosse soltanto i pochi anni di vita terrena sarebbe ben poca cosa, ma la nostra attesa a motivo di Cristo risorto è un'attesa piena di speranza. Per questo Gesù, parlando della resurrezione dei morti, dice che non è semplicemente la continuità delle cose terrene.
È come se uno dicesse, come nonostante tutti gli anni che ti ho sopportato adesso ti devo sopportare anche dopo, no? No, non funziona così. Ho avuto il male alla schiena tutta la vita, ce l'avrò anche dopo? Certo che no. Cos'è la resurrezione dei morti? Che è detta in un modo, se volete, simbolico, ma molto espressivo, quando Gesù dice che Dio è il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, e sta parlando dei patriarchi che sono vissuti duemila anni prima.
Perché fa questo? Dire che, ricordando la rivelazione di Dio al monte Sinai, davanti al roveto ardente, ricorderete, ma quando Dio si presenta il suo nome è quello, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, cioè è il Dio dell'alleanza che ha fatto con questi uomini, ma è il Dio della vita, perché, e l'abbiamo anche nella volta della nostra chiesa, Abramo e Lazzaro, non sono semplicemente persone del passato, ma che non c'entrano più con la nostra esistenza, sono persone che ci hanno preceduto nella fede e ci precedono nella vita eterna, nel Regno dei Cieli. Per questo oggi la nostra fede nella Resurrezione è interpellata, perché non riguarda semplicemente il dopo, che si risorga dai morti, non riguarda semplicemente il dopo la morte, ma è come vivere la nostra vita da quando siamo nel passeggino, cioè la nostra è un'attesa di vita nella verità già adesso, sapendo che non è soltanto un po' di anni ma è un partecipare alla vita di Dio, è per questo che ci invita a vivere con amore. Tutto l'amore che avete verso un bimbo nella carrozzina, in un passeggino, e lo potete già pensare nella prospettiva di quando con vigore affronterà la vita, proprio perché è stato amato e custodito e ha imparato cos'è l'amore.
Allora sentiamoci anche noi in questo cammino d'amore, grazie a chi ci ha preceduto e sostenuto nella vita dell'amore, proprio imparando dal Signore a fare della nostra vita un
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Santi: dalla tribolazione alla vittoriaBy Stefano Savoia