«Io sono l’emblema di tutto ciò che detestate, lo rappresento plasticamente». Eccola la strategia difensiva della ministra del Turismo Daniela Santanché alla Camera. Si votava ieri la mozione di sfiducia, e lei aveva diritto di replica: venti minuti usati non per contestare le accuse di falso in bilancio, ma per spostare tutta l’attenzione su altro. Il vostro problema non è quello che ho fatto, è il senso del suo discorso, ma quello che sono. Un po’ debole come difesa. Ma d’altra parte di difendersi non ne ha veramente bisogno: se si dimetterà mai, lo ha detto chiaramente, sarà perché lei e lei soltanto lo deciderà, senza pressioni e senza costrizioni. Una dichiarazione rivolta all’opposizione che sembra in realtà nascondere più un messaggio per la sua stessa maggioranza.