Martin Lutero«Per il potere conferitogli da Dio, compete per nomina e divina disposizione al Romano Pontefice gestire le pene spirituali e temporali.. Quindi si addice al Pontefice, per timore che la nave di Pietro sembri navigare senza pilota o rematore, prendere severe misure contro tali uomini e i loro seguaci.. Tuttavia lo stesso Martino, e ci dà grave dolore e turbamento il dire questo, lui lo schiavo di una mente depravata, ha disprezzato di revocare e rinnegare i suoi errori nell’intervallo prescritto e di inviarci anche una sola parola di revoca come da Noi paternamente richiesto, o di venire da Noi lui stesso, anzi, come una pietra d’inciampo, non ha temuto di scrivere e predicare cose peggiori di prima, contro di Noi e questa Santa Sede e la fede cattolica, e di guidare gli altri a fare lo stesso. Ora viene solennemente dichiarato eretico..». Di chi sono queste parole così dure, e contro chi vengono pronunciate?Si tratta della bolla papale Decet Romanum Pontificem del 3 gennaio 1521, con cui Leone X scomunicò Martin Lutero, personaggio capace di dividere la cristianità come nessun altro. Ma Lutero è tutto qui? È appena il “nemico” della fede cattolica? Cosa lo ha mosso? Ciò che affermava era totalmente sbagliato? Ma soprattutto, dove sta la sua attualità? Proviamo allora a tratteggiarne gli aspetti più interessanti, nel giorno in cui viene ricordata la sua morte, cercando di capire un po’ di più, se è possibile, cosa ci sia sotto al “polverone” da lui sollevato, facendo un passo indietro, lungo più di cinque secoli.. Nato il 10 novembre 1483 ad Eisleben, in Germania, ad una sessantina di chilometri da Lipsia, i genitori erano modesti contadini, e lo educarono in un clima cattolico piuttosto severo, caratterizzato anche da una certa dose di superstizione popolare, attinta in primis dal paganesimo germanico. Quando iniziò ad approcciare gli studi e la Bibbia?All’Università di Erfurt, nella cui biblioteca lesse la Sacra Scrittura per la prima volta: «Mi piacque moltissimo – disse in quell’occasione – e volevo ritenermi abbastanza fortunato da possedere un giorno quel libro». Qualche anno dopo, nel luglio del 1505, un curioso episodio indirizzò il suo futuro: sorpreso da un violento temporale mentre stava viaggiando in Sassonia, cadde a terra a causa della scarica di un fulmine poco distante. Come non rivedere quanto accaduto all’Apostolo sulla via di Damasco?! Fece allora una promessa a sant’Anna: se si fosse salvato sarebbe diventato monaco. Così il 17 luglio 1505, a ventidue anni, entrò nel convento agostiniano di Erfurt, in cui approfondì l’epistolario paolino e gli scritti di sant’Agostino. Fino a qui una vita “cattolica”, insomma..Esattamente. Due anni dopo fu inoltre ordinato presbitero, nonostante il padre non fosse convinto della sua reale vocazione. Nel 1510, come rappresentante del suo convento, fu inviato a Roma, in cui – diversamente da quanto spesso si sostiene – rimase tutt’altro che scandalizzato per la condotta del clero, anzi, fu entusiasta del clima culturale e artistico che si respirava. Leggenda vuole (ma quando ci sono di mezzo le leggende, vanno sempre prese “con le pinze”) che entrato in piazza del Popolo si sia inginocchiato esclamando: «Salve Roma santa, città di martiri, santificata dal sangue che essi vi hanno sparso!». Episodio che, riletto oggi, ci fa quantomeno sorridere, dato che più tardi egli stesso si convincerà che sull’Urbe sieda la prostituta di Babilonia, cioè l’Anticristo preannunciato nell’Apocalisse! Come arrivò allora alla celebre scomunica?Il 31 ottobre 1517 Lutero inviò prima all’arcivescovo di Magonza, e poi affisse sulla porta della chiesa del castello di Wittenberg (circa 90 km a sud-ovest di Berlino, in cui le sue spoglie mortali si trovano oggi), le celebri 95 Tesi in cui, in latino, condannava il dilagare del commercio delle indulgenze, che offrivano la possibilità di acquistare la liberazione, parziale o totale, dalle pene del Purgatorio. Da notare però che il...