Il successo della trasformazione melodica del rock e di un suono che ha vinto la prova del tempo narrata in un nuovo episodio del podcast. Ospite Fabio Zuffanti, musicista, scrittore, produttore che ci porta all'interno di quel suono e di quelle atmosfere magiche, dove solo la sua esperienza sa arrivare.

Uno strumento, il piano Fender Rhodes, ha contraddistinto il suono del soft-rock negli anni 70 e oltre. A raccontarci della sua esperienza e della passione per questo meraviglioso strumento abbiamo chiamato "il Maestro" Ernesto Vitolo, che ci porterà dritti nel mondo del Fender Rhodes.

Los Angeles è stata la prima, vera capitale del sof-rock. Francesco Tandoi ne traccia un profilo un po' cinico e un po' malinconico, per farvi immergere nel mood creativo e bizzarro di quel periodo.

E' tempo di classifiche! I lavori più rappresentativi della prima metà degli anni 70 nel terzo episodio del podcast. Introduce Francesco Tandoi, commenta Mauro Ronconi.

La cronaca di trent'anni di musica rock, la sua evoluzione fino alle ragioni del soft-rock raccontata da Francesco Tandoi e Mauro Ronconi

Le origini. Dalle coste del Pacifico, dalla scena di Los Angeles, il West-Coast sound, ruppe i legami con il suo passato (quello dei Doors, dei Jefferson Airplane, dei Grateful Dead e della Bay Area) e cambiò pelle. A partire dal country-rock, dal jazz e dal R&B emerse un genere dal volto nuovo, profondamente cambiato nella sua essenza, ancora più popolare, ruffiano e allo stesso tempo persuasivo e intrigante. Si aprì cosi l’epoca del soft-rock.