Puntata numero sessantuno e si torna alle consuete lungaggini. I nostri quattro cavalieri dell'Apocalisse - ovviamente clamorosamente improbabili in questi panni - ci accompagnano in una sciarada infinita che mescola l'alto col basso, il basso con l'infimo e l'infimo col sotterraneo per poi non vedere mai più la luce del sole.

Da un'idea malsana, realizzato da Giorgio Crico, Giuseppe Chiaramonte, Edoardo Battaglion e Federico Raso.

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Sigla di apertura: The Vivisectors - Vodka And Beer
Sigla di chiusura: Scomber - Déjà Vu

Puntata numero 60 (sessanta!) che segna l'ingresso in famiglia di Edoardo Battaglion, nuova recluta del cast stabile del podcast che sa esattamente cosa significhi "sale quanto basta". Dobbiamo spiegarlo anche a voi? Fatecelo sapere a [email protected]. Ma veniamo al menu di una puntata ardimentosa: spiegazione parascientifico/esoterica dei motivi per cui Gabriel Barbosa detto Gabigol sta segnando, laggiù in Brasile (3:48); il viaggio dell'Atalanta tra eliminazioni, rinvii e minchiate (10:59); il Milan di Gattuso non somiglia a un quadro di Guttuso (20:20); Europa League Tuttigusti +1 (42:36); dicono di Mazzarri cose peggiori di quelle che dicevano di Cremonini in quella canzone là (55:59).

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Puntata numero cinquantanove, alla ricerca continua di un equilibrio tra sostanza e apparenza ma senza reali speranze di trovarlo sul serio. Il menu di un episodio che costringerà qualcuno a pensare ai bambini: 01:51 dissertazione a tema composito sulla Champions League e la mentalità vincente (1:51); un po' di pregiudizi negativi sulla Ligue 1 a caso (29:07); un pizzico di Sudamerica ancora più a caso (35:33); ormai parlare del Benevento è un obbligo (40:51); il caos salvezza e una Crotone-SPAL che salverà il mondo, forse, un giorno ma non ancora (55:23).

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Puntata numero cinquantotto, ricca di potassio ma povera di sodio. Il menu di un episodio che ha fatto uscire ma poi anche rientrare Tina Cipollari: Lautaro Martínez e altri giovani argentini meravigliosi (4:31); Edoardo Battaglion appare visibilmente ubriaco (20:44); il sogno Sagna e il Benevento ormai divenuto una casa-famiglia (22:16); Laxalt: da probabile lassativo a esterno che funziona davvero (38:22); momento Totomorti (54:27); Galabinov è il capitano della mia anima, come dice Mandela (57:32); da Rafinha all'Inter alla difesa dell'Arsenal senza sapere come (64:39); varie ed eventuali di Serie A (80:10).

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Puntata numero cinquantasette, piegata alle necessità della finestra di calciomercato di gennaio che, più che sogni, regala meravigliose ciofeche. Il menu di un episodio che ha fatto pensare a Gianluca Di Marzio e ad Alfredo Pedullà che dovrebbero forse cambiare lavoro e lasciare spazio alle nuove generazioni, magari siciliane, magari giurisprudenti: il ritorno dell'insider Chiaramonte e i suoi adorati svincolati (1:18); Giroud è il gattone di marmo del Chelsea (28:50); l'Arsenal intanto si consola con Aubameyang - ed è ufficiale che solo il mercato di Premier League regala emozioni (42:06); momento Marzullo (63:57).

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Puntata numero cinquantasei, la tempesta dopo la quiete e il ritorno dei tre moschettieri di 'sta cippa a cui volete più bene al mondo (ma anche un po' meno). Il menu di un episodio che ha fatto godere le folle di insetti presenti nel giardino di casa Chiaramonte a Termini Imeresi: Giuseppe il nuovo insider (3:02); lo United perde un armeno, l'Arsenal un mostro clamoroso (7:40); il Chelsea rimedia il suo "nuovo Lampard" - credici! - (21:40); Džeko ed Emerson Palmieri saldi romani di mezza stagione (32:53); la Lazio vola come nemmeno De Sica vestito da aquilotto (55:13); il Benevento cerca i calciatori su LinkedIn (73:48); Montella sta andando (?!?) bene ma non come la Lazio (82:50); impepata di cozze (95:19).

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Puntata numero cinquantacinque, orfana del cardinal Raso ma forte del sostegno terzinesco di Edoardo Battaglion (Calcio Olandese Blog, Footbola e molto altro) e dell'amabile cialtroneria di Francesco Piacentini (MondoSportivo.it). Il menu di un episodio che ha fatto infuriare Alfonso Signorini e molto discutere Silvana Giacobini ma, soprattutto, eccitare Malgioglio: partire dallo schifo del Feyenoord per arrivare allo schifo del mondo (2:33); il Napoli saluta la Champions con merito (23:08); Brignoli novello 'Alex l'Ariete' (37:30); il Crotone accoglie Zenga e la lotta salvezza diventa mentalizzante ma anche un po' trash (48:47); le coppe che vorremmo e i sorteggi che invocheremmo (73:29).

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Puntata numero cinquantaquattro, stranamente ornitologica e comprensibilmente orfana di un ospite che attenuasse i dissidi interni alla redazione. Il menu di un episodio che ci invidiano in tanti, specie tramite social: anche se nessuno se n'è accorto, il Sassuolo ha cambiato allenatore (2:31); se ne sono accorti tutti e in effetti pure il Milan ha cambiato allenatore (15:56); ma Berardi è forte? e Barella? e l'hype? e mia nonna? (44:31); Gagliardini, storia di uno che s'è perso un po' - ma non troppo (70:31); la Copa Libertadores che ci piace ma non meritiamo (79:40); Buffon abdica,
chi sarà il suo royal baby? (99:52).

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Puntata numero cinquantatré, già un istant classic di culto per merito dell'augusta presenza di Vito Coppola, colonna di MondoSportivo.it, ex SportItalia e collaboratore di innumerevoli testate e iniziative editoriali locali, specie nel basso Lazio. Il menu di un episodio a forti tinte campane: il cappello di Tavecchio (00:00); partire dal Napoli per arrivare a odiare Colantuono (4:44); Benevento ma non Beneventissimo (30:53); il sistema calcio italiano ha un milione di problemi, abbiamo parlato di almeno la metà (43:45); la Sampdoria delle meraviglie, almeno finché Giampaolo non sparisce.

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Puntata numero cinquantadue, interamente dedicata alla nazionale italiana di calcio. Il menu: maxi processo all'Italia in vista del ritorno contro la Svezia (2:14) suddiviso in vari capitoletti tipo i calciatori supposti forti che steccano sempre (20:41), le prospettive fattibili per San Siro (38:26) o chi prendere in caso salti la buonanima di Ventura (48:22); gli altri spareggi per i Mondiali senza sorprese (56:49); 3313 - Il marKettone! + l'Argentina di Messi secondo El Cardenal (64:00).

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