Dopo la guerra contro Giugurta e contro i Cimbi e i Teutoni, Mario è diventato la personalità più potente di Roma. Nell'ultimo decennio del II riesce a ricoprire per ben 6 volte la carica di console. Tuttavia, la Repubblica è ormai afflitta da problemi che sembrano insuperabili. Il conflitto fra l'elite senatoria e il nuovo (e ricchissimo) ordine equestre si concretizza nelle due fazioni di ottimati e popolari, nelle quali le due oligarchie in lotta cercano il consenso per attuare i propri piani egemonici. La riforma dell'ordinamento militare voluta da Mario, con l'arruolamento dei nullatenenti, assume i caratteri di una vera e propria rivoluzione, nella quale il nuovo soldato di mestiere rimpiazza il cittadino prestato occasionalmente alla milizia. I soldati stabiliscono un rapporto personale con il proprio comandante, dal quale dipende il loro destino e la loro fortuna al termine del servizio militare. Le istituzioni e l'idea stessa di Repubblica cedono il passo a tentativi di prendere il potere di tipo personalistico. In questo contesto, scoppia la rivolta degli alleati italici (i socii, appunti) che reclamano un posto al sole con il conferimento della cittadinanza e la conseguente possibilità di ascesa sociale e politica. Negli anni della guerra, risolta con provvedimenti legislativi più che con il ferro delle armi, sarà proprio la figura di Silla, ex questore di Mario e ambizioso esponente degli ottimati, ad emergere come nuovo possibile dominatore di Roma. Nell'88 sarà eletto console per la prima volta...