Prima di intraprendere, e per meglio comprendere, il viaggio verso la profonda crisi che colpì l'impero lungo tutto il terribile III secolo, facciamo un breve passo indietro per parlare delle caratteristiche della società e dell'economia romana nel secolo d'oro dell'impero. L'a morte di Marco Aurelio e l'avvento del regno di Commodo possono essere considerati come la data finale di questo "secolo breve" in salsa romana. L'eccentricità demagogica di Commodo, completamente disinteressato alle pratiche di governo e paranoico, come già Caligola e Nerone, nella difesa del proprio potere, inaugureranno un'epoca che sarà costellata di imperatori inetti e tirannici, ben lontani dall'ideale di "primo servitore dell'Stato" che aveva dominato l'età degli Antonini. Dopo l'assassinio di Commodo, e il trimestre del successore Pertinace, si aprirà nuovamente un biennio di guerre civili per il potere, con ben 3 pretendenti al trono imperiali, nominati rispettivamente dal Senato, Didio Giuliano, dalle legioni orientali, Pescennio Nigro, e da quelle del nord, Settimio Severo. Sarà quest'ultimo ad avere la meglio, inaugurando una nuova dinastia che governerà l'impero per più di un trentennio