IL CORSO DI STORIA

STORIA ROMANA: 9 LE GUERRE DI PIRRO (280-275)


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Dopo il fondamentale spartiacque della vittoria di Sentino (295), Roma si presenta ormai come potenza egemone della penisola italiana e, in quanto tale, entra in rapporto con le città magnogreche del sud della penisola. La maggior parte di queste si rivolge a Roma proprio come potenza garante dell'ordine e dell'autonomia delle varie città all'interno del contesto geopolitico italico. Taranto tuttavia, che percepiva sé stessa come città in grado di esercitare un'effettiva autonomia, in virtù della forza militare che era ancora in grado di mettere in campo, entrò ben presto in conflitto con Roma. Nel 282, i Tarantini affondarono un contingente di 10 navi romane che, oltrepassando il termine di capo Colonna, cosa vietata da un trattato reciproco del 302, si era avventurata nello Ionio. Ne seguì una formale dichiarazione di guerra romana alla quale i Tarantini risposero chiamando in Italia Pirro, re dell'Epiro, sovrano ellenistico le cui mire si spingevano ben oltre la penisola italica, fino a Cartagine. Nonostante alcune vittorie importanti, ma non decisive, Pirro non riuscì a marciare su Roma e commise l'errore di dividere il fronte bellico, attaccando anche i cartaginesi nella parte occidentale della Sicilia. L'alleanza fra Romani e Cartaginesi, unita alla poco solida alleanza delle città greche con Pirro, consentirono ai Romani di giungere alla battaglia di Maleventum (da quel momento Beneventum), dopo la quale Pirro decise di abbandonare definitivamente la penisola e i suoi sogni di dominio del Mediterraneo occidentale
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IL CORSO DI STORIABy Marco Mana