In questo terzo episodio, forse il più vero e libero che abbia mai registrato, cerco di analizzare e spiegare il disagio emotivo dell’uomo dinanzi all’assenza di un essere che è, divenendo sempre più essere in qualcosa o essere in altro. L’impossibilità di scegliere, alla Kierkegaard, associata all’impossibilità d’essere, nell’essere l’oggetto e la materia: l’uomo che si fa arma, strumento, macchina divenendo sempre più oggetto di un consumo sfrenato che abroga del tutto l’idea primitiva di uomo.