Un'indagine dell'Ispettorato Territoriale del Lavoro di Cuneo, in coordinamento con i reparti territoriali dei Carabinieri, svolta nel Saluzzese e nell’Albese tra luglio a ottobre 2018 nelle aziende agricole impegnate nella raccolta della frutta e nella vendemmia ha fatto emergere una realtà drammatica: il 51% delle aziende ispezionate ha utilizzato manodopera in nero e ha sfruttato i lavoratori, per la stragrande maggioranza stranieri.
L'indagine, in realtà è partita nel 2016 in seguito della firma del Protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura nei territori più a rischio tra il Ministero dell’Interno, il Ministero del Lavoro e il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, dopo la promulgazione della legge 199 del 2016, quella che per la prima volta ha voluto combattere il fenomeno del caporalato.
In tre anni di attività ispettiva nel periodo della vendemmia e della raccolta frutta (dal 2016 al 2018 compreso) sono state controllate 240 aziende agricole e verificate le posizioni lavorative di 875 lavoratori, per la maggior parte stranieri e sono state riscontrate irregolarità in 123 imprenditori agricoli, oltre il 51%. Nello stesso periodo sono stati accertati 281 lavoratori irregolari, dei quali 113 totalmente “in nero” di cui 42 extracomunitari e 13 senza permesso di soggiorno.
Ne abbiamo discusso con Zeno Foderaro, sindacalista della Cgil Flai di Cuneo. La Cgil lo scorso anno ha lanciato un progetto di aiuto e affiancamento dei lavoratori stagionali, soprattutto stranieri, per fornire assistenza legale e logistica ai lavoratori, chiamate Brigate del Lavoro.