Siamo davanti a un testo che potremmo lasciare (prendere le distanze) come un po' enigmatico, semplicemente, beh, c'è della gente che non è disposta a mettersi in gioco. Ma proviamo a entrarci dentro un po' più seriamente. Come ogni parola che Dio dice sono parole di vita eterna, che ci riguardano tutti e in tutte le nostre fasi della vita, non solo in un momento.
Per questo, come reagisco ai modi che Dio tutti i giorni ha per entrare nella mia vita? Posso reagire come quei fanciulli che dicono, abbiamo fatto un canto di gioia e non hai ballato, abbiamo pianto e tu non hai pianto. Ma allora? come si possono far scivolare addosso sia le situazioni, sia le persone, sia Dio e il senso stesso della nostra vita? Perché forse anche oggi sto cercando delle scuse per non lasciarmi sorprendere dal dono della vita o per non convertirmi, pur sapendo che sto facendo male, non voler cambiare. E semplicemente come se fosse una specie di regola o norme da osservare, l'osserverà qualche di un altro, io ho altre cose nella vita, ma questo vorrebbe dire vivere in un modo forse senza la fondamentale responsabilità, quella di accorgersi che la vita non ce la siamo date da soli, è un dono ricevuto e come lo stiamo vivendo e che intelligenza ne abbiamo e quanto siamo pronti a rispondere di questo dono. Certo che cambiare fa paura, cambiare criteri, cambiare sistema di vita, lasciarsi interpellare da quello che sta succedendo, a volte fa paura. Ma non farlo vuol dire lasciare anche fuori lo Spirito Santo. Se non mi lascio interpellare dalla vita, l'azione di Dio che non è una specie di burattinaio, assolutamente, Dio è spirito d'amore, quindi è libero e liberante, però non accoglierlo e questo vuol dire anche non volere entrare in rapporto con Lui.
Allora, forse ci sono situazioni della vita che ci turbano e ci turbano profondamente e potremmo rimanere così bloccati in queste fatiche da non saper più, o meglio, da non voler più rimettermi in gioco, in ascolto, perché intanto la vita sta andando avanti. Allora, forse ci sono delle domande, anche alla luce del testo che abbiamo ascoltato, che ci riguardano ciascuno profondamente, perché se ci sono delle chiusure, dobbiamo almeno chiamarle per nome, a che cosa mi sto chiudendo? Quali paure mi stanno determinando la vita adesso? Tanto da non ascoltare la vita, non accoglierla e non viverla come dono d'amore, per fare della mia vita un dono d'amore. Credo che questo ci possa aiutare a cogliere realmente non le luci di Natale, quelle commerciali, ma le luci di Natale, quelle esistenziali. Cioè il fatto che il Signore viene come luce nella nostra vita, perché nessuno rimanga nelle tenebre, nell'ombra di morte, rimanga semplicemente nelle tristezze o nelle incomprensioni, aspettando semplicemente che la sorgente chiude il rubinetto e tutto finisca. Se il mio cuore ha delle chiusure, forse questo è un tempo di grazia per dire Signore aiutami a buttare giù i muri, aiutami ad aprire le porte, ad aprire a Te e all'amore con cui possiamo veramente vivere e modificare questo mondo a partire dal dono che Tu ci fai proprio di Te stesso.