Santi: dalla tribolazione alla vittoria

Venerdì 28-11-25 La paura dice: “Finirà tutto”. Il Vangelo dice: “Sta iniziando qualcosa”.


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Sono gli ultimi istanti di questo anno liturgico e avete sentito il libro di Daniele con questa visione apocalittica, cioè rivelativa, ma anche questa conclusione ormai del discorso di Gesù qui nel Vangelo di Luca, conclude con una parabola. La parabola ha sempre un significato evidente che ti rimanda a qualcosa che forse c'hai già davanti agli occhi, sta succedendo lì intorno, ma non ti è evidente, non ci stai facendo caso. E questo riguarda proprio il fatto che di lì a poco Gesù avrebbe dato la vita e si sarebbero compiute quelle parole profetiche e anche poi di conseguenza il resto, dalla distruzione di Gerusalemme, tutto quello che aveva annunciato.
Ma che cosa mi preme adesso sottolinearvi? Perché c'è un aspetto di questa parabola che rimane di una grandissima attualità e cioè l'invito a guardare l'albero di Fico quando germoglia e mette frutto. Quando vedi quello, ti è evidente che cosa? Che arriva l'estate, che sono i primi frutti, poi da lì a poco arriva l'estate, arriva il caldo. Bene, e anche voi quando vedrete, e qui c'è l’attenzione: sconvolgimenti, crisi, carestie, guerre, tutto quello che ho detto nei versetti precedenti, quando voi vedete questo che cosa vedrete? Che è semplicemente la fine di tutte le cose? Perché potremmo dire si continua a vedere, basta guardare un telegiornale, non ci vuole molto, ma vedi soltanto quello? Allora che cosa dovremmo vedere? Che in tutte quelle cose e per tutte quelle cose il Signore viene, viene anche adesso, viene come salvatore, viene per accendere una luce diversa che non è quella di un bagliore, di un'esplosione che tutto finisce.
Non è l'annuncio che tutto finisce così, quello ce ne stiamo accorgendo anche noi, ma che c'è un frutto che noi possiamo portare in tutte quelle cose sapendo che la sua fedeltà non si allontana da noi, e ci dà anche questa chiave in mano, cioè la sua parola. Dice voi vedrete, il cielo e la terra passeranno, passano tutte le cose, passano le generazioni, e che cosa è che non passa ma si compie, rimane? La sua parola, che è un suggerimento a dire: “la sua parola oggi nel mio cuore mi dice dove sto radicato, dove sono, su che cosa mi sto fondando? Sulle cose che passano, su quelle che rimangono, sulla sua fedeltà, sul fatto che vivere dell'amore con cui siamo amati da Lui ci dà un'esistenza diversa, cioè ci fa vivere con pienezza, con benevolenza, oppure viviamo nella paura perché tutto finisce e perché siamo sempre sotto minaccia. Allora, le sue parole non passeranno, si compiranno e continueranno a compiersi.
Per questo il metterci in ascolto di questa benevolenza con cui il Signore si rivolge a noi è quello che può aiutare la nostra vita ad essere come quell'albero di fico. Cioè proprio per il fatto che sento la sua benevolenza e il suo amore, ecco come la carità mi spinge a portare frutto con la mia vita. Io stesso divento segno e presenza di quella benevolenza di Dio che ci fa portare frutto nella vita.
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Santi: dalla tribolazione alla vittoriaBy Stefano Savoia