Veroli è un borgo nel cuore della Ciociaria. Il suo aspetto medioevale crea un’atmosfera antica e suggestiva. Nel centro storico si passeggia lungo vicoli stretti, tra case-torri ornate da bifore, trifore e con imponenti portali gotici. Il paese ha varie chiese antiche, ma la più importante è la Basilica di Santa Salomé. Qui si può salire in ginocchio la Scala Santa, per ricevere l’indulgenza plenaria. La Scala Santa di Veroli è una delle sole tre presenti al mondo, dopo quella di Roma e di Gerusalemme. Poco lontano dal centro abitato, si erge l’Abbazia di Casamari. Splendido esempio di architettura gotico-cistercense, nell’Abbazia si ritrovano incisioni e simboli la cui spiegazione richiama ipotetici legami con l’esoterismo. Veroli ha origine antichissime e i misteri legati al paese risalgono addirittura a mille anni prima di Cristo.
È il tempo in cui il popolo degli Ernici costruì una cinta muraria sul colle di San Leucio, per proteggere il paese da nord. Le mura di cui vi parliamo sono costituite da enormi massi, affiancati l’uno all’altro. Si trattava di una ingegnosa quanto ciclopica opera difensiva. Ma chi erano questi Ernici capaci di realizzare le mura megalitiche? Si narra che fossero i discendenti del dio Saturno. Costui, cacciato dall’Olimpo, si rifugiò in queste terre dove incontrò il re Giano che gli offrì accoglienza. In cambio, Saturno gli fece il dono di poter custodire il passato e predire il futuro, tanto che il re venne rappresentato da quel momento con due teste e acquisì l’appellativo di Giano Bifronte. Fu sempre Saturno che insegnò alle genti del posto a coltivare i campi e a costruire quelle imponenti mura per proteggere i villaggi.
Secondo altre leggende, le mura gigantesche furono erette dai Ciclopi venuti dalla Grecia. Alcuni sostengono pure che quelle enormi costruzioni siano opera del Diavolo in persona e che lì sotto, da qualche parte, vi siano nascosti antichi tesori.
Quale sia la verità noi non è dato saperlo ma, forse, la ricchezza di Veroli risiede proprio nel mistero che si respira passeggiando nel borgo, tra quei segni e simboli ancora poco decifrati, lasciati dall’uomo o forse dagli Dei, nel corso dei secoli.