Al Festival del Pensare contemporaneo di Piacenza si è parlato del delicato rapporto fra tecnologia e innovazione. Lo ha fatto il pedagogista Daniele Novara, con un intervento dal titolo "Ogni cosa a suo tempo. La misura educativa nella gestione delle nuove tecnologie". Un tema di grande attualità anche per la notizia del recente rapporto Unesco che pare fare marcia indietro sull'utilizzo di tablet e smartphone a scuola. Novara ha recentemente portato in libreria anche un libro per le edizioni Sonda, il saggio "Nessuno si educa da solo". In un bar del centro piacenti, subito dopo la sua relazione, lo abbiamo intervistato per l’episodio n.3 di questa serie speciale dedicata all’evento.

Anche molto sociale al Festival del Pensare contemporaneo di Piacenza. Fra i relatori, anche Monya Ferritti, presidente del Coordinamento Care, di associazioni che si occupano di adozione e affido. Ferritti ha recentemente pubblicato “Sangue del mio sangue”, edito da Edizioni Ets.

L’abbiamo intervistata per l’episodio n.2 di questo speciale dedicato all'evento.

Nuovo appuntamento con VitaPodcast e con la sua redazione per approfondire le notizie più importanti della settimana. In questo episodio ci occupiamo del lascito solidale, la possibilità offerte agli italiani, ormai da 10 anni, di testare a favore di realtà benefiche.

Si scrive Festival del Pensare contemporaneo ma si legge: “4 giorni, 50 eventi, con oltre 100 ospiti su 11 location”. Accade a Piacenza, dal 21 al 24 settembre prossimi, grazie al Comune e alla Fondazione Piacenza-Vigevano. Giornate in cui si parlerà delle molte declinazioni della contemporaneità ma a tante teste perché, come spiega il curatore Alessandro Fusacchia in questa prima intervista, la sfida è stata cercare personaggi che, per esperienze, appartenenze, competenze, rappresentassero punti di vista diversi, approcci differenti, approdi distinti. Con la sana presunzione di creare un luogo di incontro, se non di sintesi.

Un flusso ininterrotto di persone disperate dal Sud America - soprattutto da Colombia, Ecuador e Venezuela, - che procedono verso Nord.

Puntano ad attraversare il Centro America, a raggiungere il Messico, e quindi a passare negli Stati Uniti. Qui, ai muri costruiti, si aggiungono, come in Texas, le barriere fatte di boe sul Rio Grande. Così, chi è sfuggito ai giaguari del Darien Gap, alle malattie, alla fame, ai narcotrafficanti, rischia di morire annegato. Un dramma di cui si parla poco. Col nostro collega Paolo Manzo, che ha raccontato più volte questa tragedia, parliano degli ultimi sviluppi, come la minacciata chiusura di Panama. Con lui Stefano Masci, responsabile di Comunità Incontro in Costarica, che ogni giorno assiste impotente a questo passaggio.

Approfondisci su https://www.vita.it/i-migranti-del-darien-gap/

#migranti #latinoamerica #AmericaLatina #Messico #Muro #DarienGap #RioGrande #narcos