Finisce il più lungo shutdown della storia degli Stati Uniti: è durato 43 giorni, ha avuto pesanti effetti anche per il congelamento del programma Snap (Supplemental Nutrition Assistance Program), che garantisce buoni pasto a circa 41 milioni di americani. Per i Dem è un boccone amaro, poiché avevano posto come condizione per porvi fine l'estensione dei sussidi sanitari della Obamacare. Ed è polemica nel partito dopo la decisione di 8 senatori dem di rompere le righe. In cambio, è stata concessa la riassunzione dei dipendenti federali licenziati durante lo shutdown. Riusciranno ad ottenere il voto alla Camera sul prolungamento dei sussidi? Il paradosso è che l'Obamacare è ormai molto popolare anche tra gli elettori repubblicani negli Stati da loro guidati. Il leader della minoranza dem Chuck Schumer era contrario all'accordo sulla fine dello shutdown, ma non è riuscito a tenere unito il gruppo ed ora è contestato fino alla rischiesta di dimissioni. Donald Trump per giorni non se ne è occupato, non ha mai convocato alla Casa Bianca i parlamentari di entrambi gli schieramenti per spingerli al negoziato. Ma non ha mancato negli ultimi tempi di invocare soluzioni drastiche come l'eliminazione del filibuster, che richiede una supermaggioranza di 60 senatori. A questo ha aggiunto dapprima la promessa di 10mila dollari ai controllori di volo disponibili a tornare al lavoro senza lavoro, salvo minacciarli di licenziamento nel caso non avessero accettato. Ed ha diffidato gli Stati che avevano deciso di pagare i food stamps del programma Snaps. La batosta elettorale del 4 novembre ha fatto comprendere a Trump quanto fossero gravi gli effetti dello shutdown. Intanto è esploso in tutta la sua forza il caso Epstein: i dem hanno reso pubbliche alcune mail del finanziere pedofilo dalle quali si evincerebbe che Trump non solo fosse a conoscenza dell'esistenza del giro di prostituzione minorile, ma che vi fosse coinvolto nei tempi in cui era un imprenditore non ancora sceso in politica. Ed era stato proprio Trump a chiedere e promettere la pubblicazione dei files Epstein, sentendosi sicuro della rottura che sarebbe avvenuta con lui dal 2004. Il mondo Maga lo ha assecondato da subito, certa che il giro di Epstein comprendesse esponenti dem come Bill Clinton. Una volta insediatasi al Dipartimento di Giustizia, Pam Bondi ha annunciato la divulgazione della lista dei clienti Epstein, salvo, un mese dopo, annunciare che non esisteva. La reazione di Trump: i files Epstein sono una bufala dei dem sconfitti sullo shutdown. I dem chiedono la pubblicazione integrale e probabilmente ci sarà un voto alla Camera per deliberarlo. Tra coloro che l'hanno chiesta, anche 4 deputati repubblicani. E tra loro c'è Lauren Boebert, deputata del Colorado, a lungo supporter della teoria QAnon, secondo la quale Washington è governata da un gruppo di pedofili. Trump l'ha convocata alla Casa Bianca. Questa settimana il Presidente ha graziato il suo ex avvocato Rudolph Giuliani ed altri 74 suoi alleati, accusati di aver tentato di sovvertire i risultati elettorali nel 2020. Ma è un gesto che servirà a poco, poiché la grazia presidenziale riguarda solo i reati federali. E Giuliani, al pari di Mark Meadows e John Eastman, resta imputato anche in un procedimento nello Stato dell'Arizona, per aver tentato di alterare le liste elettorali.