Il Var (acronimo di Video Assistant Referee) pur essendo un grande, straordinario e utilissimo strumento ha reso il calcio migliore, ma lo ha anche geneticamente modificato. Non dico che sia un altro sport, certo che ne è cambiato lo spirito, il contenuto, ha fatto sì che i dettagli diventassero più importanti e decisivi della sostanza e di fatto lo ha stravolto. E’ rimasto a metà strada, ha puntato alla perfezione e all’eliminazione dell’errore – intento utopistico – in realtà il robot comandato dagli umani – la famigerata casa del Grande Fratello del football a Lissone – è rimasto impanato nella sterminata palude del forse, sì però, c’è il tocco, rivedila da qui, rivedila da lì, e via così, una enorme zona grigia composta dalle milioni di declinazioni di un gesto sportivo che si pretende di governare e di rendergli giustizia nella sua interezza assoluta. Una grande landa dove è impossibile far rispettare i canoni rigidi di una regola, perché tutto è opinabile, dove tutto è fallo ma allo stesso tempo non lo è, e alla fine siamo punto e a capo. Ma con un enorme peso in più addosso, aver promesso l’eliminazione dell’errore e allo stesso tempo esserne rimasti schiavi. Il Var doveva liberare il calcio dai sospetti, ma così non è stato. Anzi… - Dopo Lecce-Milan, facciamo il punto su come è cambiato il calcio con la moviola in campo. Il Podcast di Bloooog!, il Bar Sport di Fabrizio Bocca.