Cosa sono le fake news? Beh, rispondere è piuttosto facile. Lo dice il termine stesso: fake news significa infatti notizie false. Se ne sente parlare in continuazione, specie quando su internet si dibatte su politica e di altri argomenti scottanti.

Ma questo non significa che le fake news siano nate grazie a internet. Al contrario, le menzogne esistono dall’alba dei tempi, praticamente da quando l’essere umano ha cominciato a comunicare.
Il motivo per cui nell’era digitale si discute così tanto intorno all’argomento è che internet e le nuove tecnologie hanno reso straordinariamente facile mettere in circolo notizie fasulle.
Il guaio è che tutti possono cadere in questa trappola. 

Come fare per difendersi da tutto questo? La risposta è, ancora una volta, con la conoscenza. Verificare. Studiare. Controllare le fonti. Capire se stiamo ragionando con la pancia o con il cervello. 
Le nostre capacità critiche saranno sempre e comunque i nostri scudi più efficaci contro la disinformazione.

Approfondiamo il tema della profilazione, che consente agli algoritmi di mostrare contenuti personalizzati in base ai nostri comportamenti online. Questi algoritmi analizzano dati come il tempo trascorso su video e foto per capire come tenerci attivi sulla piattaforma e proporre pubblicità mirate.

La profilazione si basa sul dispositivo, non sulla persona, e viene utilizzata anche in ambiti come la sicurezza. Tuttavia, sebbene permetta un'esperienza personalizzata, può anche rinchiuderci in una bolla di contenuti uniformi. È fondamentale conoscere il funzionamento di questi algoritmi per utilizzare i social in modo consapevole, cercando contenuti al di fuori delle tendenze popolari.

Ogni giorno utilizziamo social network come Instagram, TikTok, Facebook e WhatsApp per condividere contenuti e comunicare. Questi sono in realtà "servizi per le reti sociali", mentre le vere reti sociali sono le comunità con cui interagiamo. 

MySpace, nato nel 2003, ha permesso la creazione di profili personali.
Facebook ha introdotto la curiosità sulle vite altrui, facilitando la connessione tra studenti.
Instagram ha rivoluzionato i social media applicando la psicologia per mantenere gli utenti attivi attraverso la "gamification".

Oggi, i social network sono progettati da grandi aziende per massimizzare i profitti, utilizzando un design incentrato sull'utente. Queste piattaforme guadagnano vendendo i nostri dati alle aziende, che li usano per mirare ai consumatori. Anche se ci consideriamo esperti nell'uso di queste piattaforme, siamo principalmente clienti e dobbiamo essere consapevoli per proteggere la nostra privacy.

È corretto usare l'intelligenza artificiale per completare compiti più rapidamente? L'I.A. può sostituire le competenze umane? È fondamentale utilizzare questo strumento in modo consapevole, poiché l'I.A. assiste piuttosto che rimpiazzare. L'accesso a informazioni immense ha trasformato la società, passando da un approccio mnemonico a uno analitico.

Non è più necessario memorizzare dati, ma è cruciale saperli analizzare e comprendere. L’I.A., nonostante le meraviglie di cui è capace, rimane sempre uno strumento. Spetta a noi decidere come utilizzarla.

Gli studenti non sono i principali utenti dell'intelligenza artificiale (I.A.), che è più utile per analisi precise in finanza e medicina.
Tuttavia, l'I.A. generativa trova applicazione in ambiti creativi, come per artisti e giornalisti che necessitano di velocizzare il processo di produzione.

Le aziende utilizzano l'I.A. tradizionale per ottimizzare profitti, ma possono emergere problemi etici, come dimostrato da un caso di Amazon, dove un algoritmo ha escluso candidate femminili per discriminazione involontaria.Le nuove tecnologie portano dilemmi etici che richiedono supervisione umana. Nella prossima puntata si esploreranno ulteriori dilemmi etici legati all'I.A.

L'intelligenza artificiale (IA) è un potente acceleratore di lavoro ma ha limiti.

La sua storia moderna inizia con Alan Turing, noto per decifrare il codice Enigma. Il test di Turing rimane un punto di riferimento nel dibattito su macchine e coscienza.

L'IA tradizionale funziona con un sistema binario, rispondendo a domande tramite un database e apprende tramite machine learning.

L'IA generativa, invece, usa probabilità per formulare risposte autonomamente, ma può creare contenuti errati o inventati. Nonostante la sua forza, non è infallibile. La prossima puntata esplorerà l'uso dell'IA.