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By Cineh Podcast
The podcast currently has 46 episodes available.
In questa puntata: l'ospite Boris Schumacher (de ilbelcinema.com) parla del nuovo film di Gabriele Muccino, con Claudio Santamaria, Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart, Micaela Ramazzotti: amicizia (e amore) lungo quarant'anni, con la storia d'Italia sullo sfondo, per un lavoro che è un po' il "C'eravamo tanto amati" di un regista il cui stile consolidato, tra il piacere nell'usare la macchina da presa, il ritmo che sa infondere e la temperatura emotiva che fa salire, è da "prendere e lasciare", ma qui firma uno dei suoi film più sinceri, a cui ci si può lasciare andare, forte di un buon cast. Poi, un film rumeno vincitore al festival di Berlino nel 2013, con protagonista una donna benestante, sicura di sé, con un figlio adulto che ne patisce enormemente il peso nella sua vita: quando l'uomo si macchia di un investimento mortale, lei si attiva per lui -pianificando e cercando di corrompere-, ma è un evento destinato a incrinare qualcosa nella donna, nel suo modo di pensarsi e di agire, nel rapporto con il figlio insofferente. Un dramma realistico e controllato, che a partire dal privato accenna allo status quo di un paese -di una classe- in cui l'"intrallazzo" è normale e che, complice un finale toccante, lascia qualcosa allo spettatore.
In questa puntata: Aldo, Giovanni e Giacomo involontariamente in vacanza tutti assieme con le rispettive famiglie e il loro carico di problemi e tensioni più o meno nascoste, in un film -non dei loro più riusciti- estivo ma piuttosto dolceamaro nel quale cui i tre hanno modo di riproporsi attraverso i loro personaggi tipo e la loro umanità, tra una dimensione più corale -con spazio alle tre "consorti"- , tentazioni di road-movie e le partecipazioni di Michele Placido e... Massimo Ranieri.
Poi, uno sguardo ad alcuni lavori "alimentari" dell'ultima parte di carriera di Buster Keaton, che si adattò a girare (anche) cortometraggi di carattere pubblicitario, aziendale, industriale: lo vediamo prima in viaggio nel tempo per riuscire a scattare una fotografia all'amata con una macchina maneggevole, poi attraversare il Canada da solo a bordo di uno "speeder" sui binari della ferrovia -corto a cui è abbinato un dietro le quinte che mostra un Keaton... parlante e creativo, durante le riprese e fuori set-, infine il suo ultimo ruolo. una sorta di ispettore che si reca in un cantiere per cercare di far rispettare le norme inerenti la sicurezza sul lavoro, creando però danni.
In questa puntata: un omaggio a Federico Fellini attraverso il tributo che gli dedicò Ettore Scola, che nel suo ultimo film si concentra soprattutto sul periodo di formazione del ragazzo riminese a Roma nella redazione della rivista "Marc'Aurelio", popolata da personalità che poi faranno del cinema (come Ruggero Maccari), raccontando -e chiacchierando- così anche di sé, in libertà. Poi, uno dei primi film diretti da Lucio Fulci, che con piglio scatenato racconta della lotta dei nuovi cantanti (...del 1960) per emergere e... dare una buona immagine di sé, contrastati dalla televisione conservatrice: fra i "musicarelli" più interessanti, con Mina, Adriano Celentano e un divertente bacchettone impersonato da Mario Carotenuto.
In questa puntata: Boris Schumacher (del sito ilbelcinema.com) commenta l'acclamata nuova trasposizione del romanzo di Louisa May Alcott con cui Greta Gerwig si afferma come regista, un lavoro un po' classico un po' moderno, con un ottimo cast -che comprende Saoirse Ronan e la più che emergente Florence Pugh-. Poi, nell'anno del "Titanic" di Cameron, una storia che tocca quella del translantico, con un operaio che soffre per una storia d'amore soltanto sfiorata con una cameriera imbarcata e poi probabilmente morta, e utilizza l'immaginazione per inventare quel che non gli è accaduto, diventando un "attore" di successo... compagna permettendo: un capitolo da riscoprire nella filmografia di Bigas Luna, all'insegna di un erotismo questa volta mentale, con una densa storia sui temi del desiderio, della menzogna, del narrare.
Questa volta: con Edoardo Peretti (di Mediacritica e Cineforum) si parla del nuovo discusso film di Gianni Amelio, con un Pierfrancesco Favino all'altezza degli impegnativi panni di un Bettino Craxi "esule" in Tunisia, tra i confronti personali del personaggio, le suggestioni simboliche e oniriche del regista e l'eco delle rappresentazioni al cinema di Aldo Moro. Poi, Ugo Tognazzi omosessuale con un gusto per il travestimento (in casa), stretto fra l'aiutare la figliastra "scapestrata" e l'oppressiva attenzione di un commissario, in un film tra dramma e commedia di Vittorio Caprioli, che al cinema è stato grande caratterista ma merita qualche considerazione anche dietro la macchina da presa. Infine, con Alberto Farina (consulente di programmazione e volto di RaiMovie -con "Movie Mag"-) si parla della prima fase nella carriera del padre Corrado Farina, quando si divertiva con corti, qualche volta umoristici altre volte più ambiziosi, girati in 8mm: focalizzandosi poi su uno dei migliori, un distillato di vita quotidiana distopica, fra lavoro e casa, di una famiglia.
In questa puntata: con Emanuele Rauco (selezionatore per il festival di Venezia e critico cinematografico -ilsussidiario.net-) affrontiamo l'ultima fortunata fatica di e con Checco Zalone, che facendo andare il suo personaggio, per sfuggire al fisco, in un'Africa da cui poi sarà nuovamente costretto a emigrare con alcuni compagni di viaggio, alza le sue ambizioni tematiche e "cinefile", cercando di comunicare in modo non accomodante con l'italiano medio. Poi, l'omaggio a una regista (ma non solo) italiana, attraverso il suo lavoro più famoso -uno dei pezzi importanti del "free cinema" inglese, con protagonisti due amici sordomuti nell'East End londinese- e un film a episodi, che nei primi anni '60 indaga su ipocrisie e costumi sessuali subiti dalla donna, a cui partecipò e che ne conferma l'interesse per l'infanzia.
In questa puntata: Fabrice Luchini critico letterario che indaga, insieme alla figlia del presunto scrittore, sul vero autore di un bestseller-rivelazione trovato in una biblioteca di testi mai pubblicati, il tutto in una commedia gialla ad alta godibilità. Poi, il Monsieur Hulot di Jacques Tati alle prese con una straordinaria automobile da presentare a una fiera... traffico permettendo, nell'ultimo film in cui compare l'iconico personaggio, che questa volta si fa improbabile progettista guidandoci in una satira gentile ma chiara del culto della tecnologia, del "progresso" e dell'auto.
In questa puntata: l'amore fra una pittrice e la ragazza di cui esegue il ritratto per presentarla al marito che le è imposto, nell'acclamato film di Céline Sciamma ambientato su un'isola nel XVIII secolo e incentrato sul tema dello sguardo. Poi, uno dei pochi film non sperimentali interpretati da Nico, nei panni di un'aspirante, triste ballerina che si dà allo strip-tease: una commedia amara (condita di nudi... o quasi) forte dell'ambientazione parigina e con lo zampino di Serge Gainsbourg.
In questa puntata: dall'ArteKino Festival un riuscito film serbo fra dramma e thriller, con una donna che non smette di cercare il figlio scomparso dopo la nascita, "ufficialmente" morto ma non secondo lei. E' semplicemente fissata o ha ragione a non rassegnarsi, in un paese le cui ombre del recente passato stanno sotto un tappeto? Poi, dalla Germania una commedia sotto forma di mediometraggio che fu un piccolo caso negli anni 90, diretta da una donna e con due amiche protagoniste, una più dedita al lavoro e l'altra più propensa a cercare uomini. Infine, un cortometraggio con protagonista assoluta una giovane attrice chiamata a raccontarsi in un provino... ma un colpo di scena incombe.
Con l'apporto di Edoardo Peretti (di Mediacritica) torniamo sull'ultimo TFF, parlando dei film: "Sofà" di Bruno Safadi, "La Gomera" (aka "The Whistlers" aka "Fischia!") di Corneliu Porumboiu, "The Lodge" di Severin Fiala e Veronika Franz, "Tito" di e con Grace Glowicki, "A White, White Day" di Hlynur Palmason, "Mientras dure la guerra" ("While at War") di Alejandro Amenábar.
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