Lo Studio Alpino sta sperimentando l'utilizzo di collari a feromoni di lupo per proteggere il bestiame dagli attacchi dei predatori. I risultati preliminari mostrano una diminuzione delle predazioni, sebbene l'efficacia sembri diminuire con attacchi di branco. Ricerche aggiuntive esplorano l'utilizzo di droni per distribuire i feromoni e indagano la possibilità di abituazione da parte dei lupi. L'obiettivo è sviluppare un metodo di protezione non letale, integrativo ad altre misure esistenti, per favorire la coesistenza tra allevamento e lupi. La trasmissione ereditaria del comportamento di risposta ai feromoni è un'area di studio promettente.

fonte: https://www.pnab.it/il-parco/ricerca-e-biodiversita/progetti-faunistici/orso/i-fogli-dellorso/i-nuovi-fogli-dellorso-n-3/la-voce-della-ricerca/

Il video di YouTube del Parco Naturale Adamello Brenta Geopark discute la coesistenza tra umani e grandi carnivori (lupi e orsi) nelle Alpi. Il video evidenzia il conflitto tra chi desidera un ritorno al passato senza grandi predatori e chi riconosce il loro ruolo ecologico e culturale fondamentale. Si propone una soluzione di compromesso che passa attraverso la conoscenza approfondita del comportamento degli animali, l'abbandono di posizioni estreme, e la creazione di una cultura di convivenza basata su accorgimenti pratici. Il parco si impegna a facilitare questa coesistenza, considerandola essenziale per la conservazione della biodiversità e del futuro dell'ambiente. Infine, il video sottolinea la necessità di un dialogo costruttivo per trovare soluzioni concrete.

fonte: https://www.pnab.it/on-line-anche-il-decimo-video-della-serie-un-passo-alla-volta/

La storia del Progetto Life Ursus, un'iniziativa di reintroduzione dell'orso bruno nelle Alpi centrali italiane. Si analizzano le fasi del progetto, dagli studi di fattibilità e l'analisi dell'opinione pubblica, alle catture in Slovenia e i rilasci in Trentino, il monitoraggio degli orsi e la gestione dei conflitti con le attività umane. Viene inoltre documentata la ricerca scientifica condotta parallelamente, focalizzandosi sull'etologia, la dieta e l'utilizzo dello spazio da parte degli orsi reintrodotti. Infine, si valuta l'impatto del progetto sulla popolazione locale e le sfide nella gestione a lungo termine della metapopolazione alpina.

fonte: https://www.pnab.it/wp-content/uploads/2018/02/parco_documenti18_orso.pdf

Questo documento, pubblicato nel 2000 dall'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, è uno studio di fattibilità per la reintroduzione dell'orso bruno ( Ursus arctos) nelle Alpi Centrali italiane. Si analizza lo stato attuale della popolazione ursina, valutando la sua distribuzione, le cause del declino e la compatibilità con le attività umane. Lo studio propone un piano operativo per la reintroduzione, considerando aspetti ecologici, economici e sociali, con particolare attenzione ai potenziali conflitti con le comunità locali e alla mitigazione dei danni.

fonte: https://www.isprambiente.gov.it/public_files/studio-fatt-reintr-orso-bruno.pdf

L'articolo intervista Chiarastella Feder, un'esperta italiana di gestione faunistica in Canada, soprannominata la "Bear Lady", che confronta l'approccio canadese e quello italiano alla gestione dei conflitti uomo-orso. Feder evidenzia la maggiore propensione canadese all'abbattimento di orsi problematici, a differenza dell'approccio italiano, spesso caratterizzato da controversie legali e tentativi di contenimento in cattività. L'intervista analizza i casi degli orsi M49 e M57 in Trentino, sottolineando l'importanza di un'educazione preventiva e la necessità di soluzioni condivise per la coesistenza tra uomo e orso, considerando anche l'abbattimento come ultima risorsa per la sicurezza pubblica e la conservazione della specie.

fonte https://www.fotoagh.it/e-italiana-la-bear-lady-del-canada/

Il testo tratta della storia della lince eurasiatica in Europa, con particolare attenzione all'Italia e alle Alpi. Si descrive il declino storico della specie a causa di fattori antropici, come la caccia e la distruzione dell'habitat, e le successive iniziative di reintroduzione in diversi paesi, tra cui Italia, Svizzera e Slovenia. Vengono analizzati i risultati di questi programmi, evidenziando il lento recupero della popolazione alpina e la situazione attuale in Italia, dove la presenza della lince è ancora limitata a pochi esemplari. Infine, si menzionano progetti di monitoraggio e conservazione, come SCALP e Life Lynx, volti a garantire la sopravvivenza della specie.

fonte https://grandicarnivori.provincia.tn.it/La-lince/La-lince/STORIA-DELLA-LINCE-IN-EUROPA-IN-ITALIA-E-SULL-ARCO-ALPINO

Monitoraggio del Lupo nei Monti Lessini

Questo documento è la tesi di laurea di Antonio Vareschi sull'applicazione di tecniche di monitoraggio del lupo ( Canis lupus ) nel branco dei Monti Lessini. La ricerca si concentra sulle metodologie utilizzate, sia invasive che non invasive, per studiare la distribuzione, la dimensione e le dinamiche di questo branco. Vengono analizzati i dati raccolti tra il 2012 e il 2016, incluso l'impatto del lupo sull'allevamento locale e le strategie di gestione del conflitto uomo-lupo. La tesi include una revisione della biologia, ecologia ed etologia del lupo, e un approfondimento sul Progetto LIFE WolfAlps.

fonte: https://grandicarnivori.provincia.tn.it/content/download/13677/240521/version/3/file/Elaborato+Finale+-+Antonio+Vareschi.pdf

La tesi di laurea di Maria Calabrese esamina la storia della presenza del lupo in Trentino tra il XV e il XIX secolo, analizzando fonti archivistiche come carte di regola e statuti, normative asburgiche, testi storici e naturalistici, articoli di giornale e iconografia. Lo studio ricostruisce il rapporto tra uomo e lupo, evidenziando la persecuzione che portò all'estinzione della specie e il successivo cambiamento di atteggiamento, culminato nella protezione del lupo. La ricerca si basa su un'analisi approfondita di diverse fonti, tra cui toponomastica, per tracciare la distribuzione storica del lupo nel territorio trentino e confronta i dati con studi simili condotti in altre regioni alpine italiane.

fonte: https://grandicarnivori.provincia.tn.it/content/download/12826/229854/version/1/file/tesi_MariaCalabrese.pdf

La tesi di laurea di Paola Selva analizza l'ecologia alimentare di un branco di lupi nelle Alpi Orientali, specificamente nella Lessinia, tra il 2016 e il 2017. Lo studio si basa sull'analisi di escrementi, utilizzando metodi qualitativi e quantitativi per determinare la dieta del branco, considerando sia prede selvatiche che domestiche. Vengono confrontati i dati ottenuti da transetti sistematici con quelli raccolti presso i siti di rendezvous del branco. Infine, la ricerca esamina l'impatto della predazione sui censimenti degli ungulati selvatici della zona.

fonte: https://grandicarnivori.provincia.tn.it/content/download/14370/250235/version/1/file/Tesi+Selva+Paola.pdf

Il testo tratta la percezione del lupo come animale pericoloso, analizzando le cause storiche di questa immagine negativa, principalmente legate alla scarsità di prede selvatiche e alla diffusione della rabbia. Si evidenzia come, grazie ai progressi scientifici e sociali, il rischio di aggressione sia oggi molto ridotto, sebbene alcuni comportamenti di confidenza richiedano una gestione attenta. Infine, si presenta una tabella che classifica gli atteggiamenti dei lupi e le conseguenti azioni da intraprendere, basate su un sistema di monitoraggio, dissuasione e, in casi estremi, abbattimento. Il testo proviene da un sito informativo sulla presenza di grandi carnivori in Trentino.

fonte: https://grandicarnivori.provincia.tn.it/Il-lupo