Negli anni ’60, in America, essere omosessuali è considerato una malattia, o un peccato mortale, o un reato. O tutte e tre le cose assieme. E i locali frequentati da gay sono continuamente sotto l’assedio della polizia.
Il 27 giugno del 1969, una retata allo Stonewall Inn di New York si risolve in una rivolta dei clienti, che per la prima volta resistono ai metodi brutali dei poliziotti. Dopo poco nasce il “Gay Liberation Front”. Tutto parte quindi dalla volontà di avere uno spazio dove potersi liberamente ritrovare e da New York, una città allora in profonda crisi, con interi quartieri in degrado. Negli edifici abbandonati le minoranze disadattate (omosessuali, neri, trans, latinos, italiani…) si danno appuntamento per ascoltare musica innovativa e per ballare al suono dei dischi: è l’alba delle “discoteche”. Lì nasce il Philly sound, un genere dal ritmo tutto nuovo: per capirne il successo presso il mondo dei gay bisogna raccontare la storia di una grandissima artista (Judy Garland), di un suo mitico film (Il mago di Oz) e di una ottima scrittrice (Doroty Parker).