Più di 300 aziende partecipanti e oltre 90 giardini attualmente in allestimento: il più grande di oltre 3mila metri quadrati, realizzato dai floricoltori della collettiva della Regione Liguria, il più piccolo di 30 metri quadrati. Un’esposizione sviluppata su otto ettari, che ospiterà 10 realizzazioni innovative, 256 concorsi e 100 esperti di giuria, con un filo conduttore che riguarda l'intera manifestazione: e cioè l'acqua. Un tema sottolineato da 16 fontane che saranno l’elemento scenografico determinante della kermesse.

Sono questi i numeri di Euroflora 2022, la dodicesima edizione della mostra internazionale del fiore e della pianta ornamentale che si svolgerà a Genova dal 23 aprile all’8 maggio ed è stata presentata ieri nel capoluogo ligure .

La mostra, che ha un costo di produzione di circa 5 milioni di euro, si svolgerà, come la precedente edizione del 2018, a Genova Nervi, presso i tre parchi contigui Gropallo, Serra e Grimaldi, affacciati sul mare e già normalmente caratterizzati dalla presenza di alberi plurisecolari, vegetazione mediterranea, esemplari tropicali e nuove piantumazioni.

La kermesse ha ovviamente grande importanza per la floricoltura ligure, che conta 4mila aziende, 15mila addetti e una produzione lorda annua di 400 milioni di euro, l'80% della quale è destinato all'export.

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Nel corso delle comunicazioni alla Camera prima del Consiglio Europeo, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha affermato che, in Italia, il prezzo di benzina e diesel è in linea con quello degli altri Paesi dell'Unione Europea. La volatilità dei mercati energetici – ha spiegato Draghi - ha inciso anche sui prezzi ai distributori, che all’inizio del mese, nel nostro Paese, hanno superato i 2 euro al litro. Secondo la Commissione Europea, l’andamento dei prezzi italiani è in linea con quelli del resto dell’Europa. Lunedì 14 marzo, il diesel costava, infatti, 2,31 euro in Germania, 2,14 euro in Francia e 2,15 euro in Italia. Nel nostro caso, si tratta, comunque, di un aumento del 40% per la benzina e del 50% per il diesel rispetto a un anno fa.

Draghi ha, inoltre, anticipato che il Consiglio europeo si confronterà anche sull’aumento dei prezzi dell’energia. Dopo i picchi raggiunti due settimane fa, i prezzi del gas e dell’energia elettrica sono scesi nuovamente. Il prezzo spot del gas sul mercato europeo oggi è, infatti, dimezzato rispetto alle punte di circa 200 euro a megawattora raggiunte l’8 marzo. Sono però prezzi ancora molto alti rispetto ai livelli storici: più di 5 volte rispetto a quelli di un anno fa, ha concluso il premier.

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Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, intervenendo ad un convegno ad Venezia, ha affermato che, a suo parere, non sussistono motivi validi per i quali si debba cambiare il Pnrr, a causa del caro energia. L'obiettivo del Piano è quello di uscire dalla recessione, affrontare la questione climatica, cambiare i prodotti, il modo di viaggiare e consumare. Poi la rivoluzione tecnologica e l'inclusione. Tutti temi sui quali – secondo il ministro - semmai occorre accelerare, poiché la crisi che stiamo vivendo, lungi da farci cambiare obiettivi, ci spinge anzi a confermarne l'importanza.

L'inflazione, l'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime non sono ragioni per le quali modificare il Pnrr, ma devono, invece, spingere a lavorare per accelerare i progetti, rendendoli più efficaci. Nei casi in cui si dovranno rivedere le valutazioni di alcune opere – ha concluso Franco - si troveranno risorse europee o nazionali.

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Il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, nel corso di un’intervista ha affermato che con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, si è registrato uno stop rispetto alle aspettative di ripresa:

la previsione era, infatti, quella di arrivare ad aprile con un PIL a livello pre pandemia, ma ciò non potrà più essere possibile. L’Istat stima un possibile impatto negativo del conflitto di 0,7 punti di PIL, anche se però c’è il rischio che i valori possano diventare decisamente più alti.

Nel riferirsi, invece, all’inflazione, Blangiardo ha detto che , come statistiche ufficiali, l’ Istat non è in grado, al momento, di poter dare un'indicazione rispetto a qualcosa che non è sotto controllo, precisando, tuttavia, che si vive praticamente “alla giornata” e definendo “preoccupante” il livello dei prezzi soprattutto per le famiglie meno abbienti. Pertanto, ha concluso il presidente dell’Istat, non ci sono indicazioni che facciano sperare che le cose possano migliorare.

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Con i rincari nel carrello della spesa provocati dal caro energia, il 44% degli Italiani approfitta dell’ arrivo della primavera per coltivare in proprio frutta e verdura in giardini, terrazzi, orti urbani e piccoli appezzamenti di terreno per garantirsi cibo in una situazione di grande difficoltà e incertezza. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixè, diffusa in occasione dell’iniziativa di Campagna Amica, attraverso la quale sono entrati in azione, in tutta Italia, i tutor con dimostrazioni pratiche in campo per aiutare le persone interessate a sfruttare tutti gli spazi a disposizione, dentro e fuori le mura di casa, per produrre in autonomia. Se in passato erano soprattutto i più anziani a dedicarsi alla coltivazione dell’orto, memori spesso di un tempo vissuto in campagna, adesso – sottolinea la Coldiretti – la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani e tra persone completamente a digiuno delle tecniche di coltivazione. Un bisogno di conoscenza che è stato colmato con il passaparola e con il boom delle pubblicazioni specializzate, ma che ora ha favorito la nascita della nuova figura del tutor, che la rete degli orti urbani di Campagna Amica mette a disposizione. L’investimento per realizzare un orto tradizionale in giardino si può stimare intorno ai 250 euro per 20 metri quadrati “chiavi in mano” per acquistare terriccio, vasi, concime, attrezzi, reti per delimitare le coltivazioni, sostegni vari, sementi e piantine.

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L’Osservatorio sulla Grande Distribuzione Organizzata italiana ed internazionale a prevalenza alimentare, presentato dall’area Sudi Mediobanca e realizzato aggregando i dati economici del periodo 2016/2021, segnala l’etichetta MD al primo posto nella crescita di vendite, seguita da Crai, Lidl Italia, Eurospin, Agorà e Conad. Mentre Esselunga si afferma per quanto riguarda gli utili. Nella grande distribuzione italiana, accanto alle conferme sugli operatori più forti nelle vendite, sono emerse anche delle novità.

Nel periodo considerato, MD è, appunto, prevalsa nella crescita delle vendite (+10,7% medio annuo), seguita da Crai (+9,2%) e Lidl Italia (+8,4%). Più indietro, figurano il discount Eurospin (+7,8%), Agorà (+7,6%) e Conad (+6,5%). In particolare, nell'ultimo anno Crai ha realizzato la migliore performance (+15,9%), davanti a MD (+14,5%) e Conad (+12,4%).

Esselunga si conferma leader negli utili cumulati tra il 2016 e il 2020, con 1,212 miliardi, seguita da Eurospin a 1,137 miliardi, Ve'Ge' a 995 milioni, Selex a 962 milioni e Conad a 945 milioni.

Carrefour ha, invece, cumulato perdite per 604 milioni e Coop per 460 milioni. In termini di ROI ( cioè di redditività del capitale investito ) primeggia MD ( col 22,7%), seguita da Eurospin (20,2%), Crai (13,7%), Lidl Italia (13,4%) e Agorà al 12,3%.

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Nel 2021 i prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie registrano la crescita più alta (+ 2,5%) da quando (2010) è disponibile la serie storica dell’indice Ipab, l’indice dei prezzi delle abitazioni. A comunicarlo è una nota dell’Istat. L’aumento è maggiormente elevato nelle ripartizioni del Nord e nel Centro dove la crescita dei prezzi delle abitazioni nuove rispetto al 2020 è la più alta del Paese (+6,5 %) dopo la flessione dell’anno precedente (-1,0 %). La crescita tendenziale dell’Ipab si deve sia ai prezzi delle abitazioni nuove (+5,3 %, in accelerazione rispetto al +4,0 per cento del trimestre precedente), sia a quelli delle abitazioni esistenti che aumentano del 3,9 %, decelerando lievemente rispetto al terzo trimestre 2021. Questi andamenti si manifestano in un contesto di crescita vivace dei volumi di compravendita (+15,9% è, infatti, l’incremento tendenziale registrato dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale per il quarto trimestre 2021, dopo il +21,9 % del trimestre precedente).

Secondo l’Istat, rispetto alla media del 2010 - primo anno per il quale è disponibile la serie storica dell’Ipab - nel 2021 i prezzi delle abitazioni sono diminuiti del 12,8%.

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Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, rispondendo in Senato sui recenti rincari del costo dell’energia e sulle misure che il Governo intende prendere per contrastarne gli effetti, ha ribadito che, a suo avviso, non è accettabile questo aumento del prezzo del gas che è il risultato di una grande speculazione da parte di certi hub che non producono, ma che fanno transazioni.

Cingolani ha spiegato che, negli ultimi due decenni, la produzione nazionale di gas naturale si è ridotta, in parte per il calo naturale dei giacimenti ed in parte perchè non si sono fatti nuovi investimenti in ricerca e produzione, scendendo dai 15 miliardi di metri cubi nel 2001 ai 3 di oggi. Si è così passati dal 20% di produzione nazionale del fabbisogno, all'attuale situazione per cui l’Italia dipende al 95% dal gas naturale importato dall’estero. In particolare, le importazioni dalla Russia sono cresciute sia in valore assoluto, che in percentuale, passando dai circa 20 miliardi di metri cubi del 2011 ai 29 miliardi del 2021 ( e cioè +38% dei consumi).

Il flusso di gas dalla Russia – ha aggiunto il ministro - è il più alto registrato in tempi recenti e comporta, per l’Europa, pagamenti di circa 1 miliardo di euro al giorno che, in un momento di guerra, ha implicazioni che vanno oltre il settore energetico.

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Si riaprono i termini per pagare le rate scadute di rottamazione ter e saldo e stralcio.

Le rate potranno, infatti, essere versate entro il 30 aprile 2022 se in scadenza nell'anno 2020; entro il 31 luglio 2022 se in scadenza nel 2021; entro il 30 novembre 2022 se in scadenza nel 2022.

A a metà dicembre 2021, ovvero in coincidenza con la scadenza precedente, era emerso che il 43% dei contribuenti che avevano aderito a queste definizioni non erano poi riusciti a saldare le rate successive, provocando un buco di 2,4 miliardi.

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Il Fondo monetario internazionale ritiene che la crisi ucraina e le sanzioni contro la Russia non porteranno a una crisi globale. Lo ha, infatti, affermato la direttrice generale dello stesso FMI, Kristalina Georgieva, rilasciando un’intervista all’emittente Cbs. La Russia potrebbe, invece, subire una profonda recessione a causa della pressione delle sanzioni e, pertanto, il Fondo monetario considera il default di Mosca come uno scenario possibile, dal momento che i suoi fondi per pagare il debito statale sono congelati. Fatto questo lamentato anche dal ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov, il quale ha rilevato come l’Occidente abbia bloccato metà delle riserve estere della Banca centrale russa.

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