Le difficoltà finanziarie di Evergrande, una delle maggiori società immobiliari cinesi, ha riacceso i timori di una crisi finanziaria globale in salsa cinese.
In realtà in Cina il governo controlla tutte le leve del potere economico e finanziario, quindi è improbabile che il contagio si diffonda. Il conto finale della bancarotta verrà posto a carico del contribuente cinese, ma le autorita' locali che dal boom immobiliare ricavavano le risorse per pagare i servizi pubblici dovranno trovare un'altra mucca da mungere.
Nel tritacarne sono finite anche le cripto valute: il governo di Pechino per impedire fughe incontrollate di capitali ha proibito tutte le attività legate alla criptosfera, dal tading al mining.
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