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By El Comedor Giordano Liva
The podcast currently has 45 episodes available.
Di recente si è appreso che la Presidente del Consiglio del nostro paese ha concluso un accordo con Edi Rama, il Premier albanese, per la realizzazione in Albania di due centri per il rimpatrio dove trasferire i migranti che siano stati soccorsi in mare da navi militari italiane.
L’Albania metterà, dietro compenso, alcune aree del suo territorio a disposizione dell’Italia che poi gestirà a proprie spese i centri per l’identificazione e il rimpatrio che vi verranno costruiti. In un anno dovrebbero transitare in queste nuove strutture detentive, sotto giurisdizione italiana ma con “sorveglianza esterna”, circa 36.000 persone.
Il notevole aumento degli arrivi di migranti in questi ultimi mesi ha mandato totalmente in tilt il governo italiano, nonostante i numeri non siano poi così diversi da quelli registrati nel 2015-2016.
Questo è il governo che aveva dichiarato che la lotta contro l’immigrazione “clandestina” sarebbe stata senza frontiere e che i trafficanti di esseri umani sarebbero stati inseguiti e catturati su tutto l’orbe terracqueo.
Episodio speciale a cura di Martina Marcuccetti e Sara Mariani.
Bibliografia
– Aidi, S., Comunità lgbtqia+ e migrazioni: il diritto all’autodeterminazione, su «piuculture», 31 maggio 2023.
https://www.piuculture.it/2023/06/comunita-lgbtqia-e-migrazioni-il-diritto-allautodeterminazione/ ;
– Colombo, M., Pizzetti, B., Vitali, L., La vulnerabilità delle persone migranti e richiedenti asilo. Guida pratica, Brescia, 2022.
– D’Elia, R., Gay Help Line per le richieste di protezione internazionale, su «piuculture», 22 giugno 2022.
https://www.piuculture.it/2022/06/gay-help-line-migranti-lgbtqi-richiesta-di-protezione-internazionale/ ;
– Epsilon, Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender And Migrant: A European Story Of Discrimination And Empowerment, United Kingdom, 2018.
https://www.epsilonproject.eu/final-epsilon-project-report-and-training-launched-making-lgbt-migrant-and-refugees-voices-stronger/ ;
– International Lesbian and Gay Association (ILGA), State-Sponsored Homophobia 2020: Global Legislation Overview Update, dicembre 2020.
https://ilga.org/downloads/ILGA_World_State_Sponsored_Homophobia_report_global_legislation_overview_update_December_2020.pdf
– Lanni, A., L’omofobia e i rifugiati Lgbti, su «UNHCR Italia». https://www.unhcr.org/it/risorse/carta-di-roma/fact-checking/lomofobia-rifugiati-lgbti/ ;
– Liboni, L., L., Mille baci: rifugiati Lgbti in Italia, fra ostacoli e buone pratiche, 26 luglio 2018, su «openmigration».
https://openmigration.org/analisi/mille-baci-rifugiati-lgbti-in-italia-fra-ostacoli-e-buone-pratiche/ ;
– Manetti, C., Essere omosessuale è un crimine in 69 Paesi del mondo, su «Lasvolta», 6 giugno 2022.
https://www.lasvolta.it/2107/essere-omosessuale-e-un-crimine-in-69-paesi-del-mondo ;
– Parlamento Europeo, Proposta di risoluzione sulla depenalizzazione universale dell’omosessualità, alla luce dei recenti sviluppi in Uganda – B9-0223/2023, 18 aprile 2023.
https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/B-9-2023-0223_IT.html ;
– Parlamento Italiano, Testo unico sull’immigrazione – D.Lgs. n. 286/1998, aggiornato al 5 luglio 2023.
https://www.altalex.com/documents/codici-altalex/2014/04/09/testo-unico-sull-immigrazione ;
https://www.quore.org/richiedenti-asilo-rifugiati-omosessuali-accoglienza-raro-lgbt/
Un’inchiesta realizzata dalla rivista Altreconomia nei Centri per il rimpatrio (CPR) ha dimostrato che in queste strutture vengono somministrate grandi quantità di psicofarmaci ai migranti che vi sono detenuti.
In seguito alla presentazione il 06 aprile 2023 alla Camera dell’inchiesta, dal titolo Rinchiusi e sedati, alcuni deputati dell’opposizione hanno presentato un’interrogazione parlamentare per sollecitare il Ministro dell’Interno Piantedosi e quello della Salute Schillaci a fornire spiegazioni in proposito.
Di fronte ai tragici naufragi nel Mediterraneo, che si stanno verificando con sempre maggior frequenza, la politica migratoria dell’Unione Europea si concentra al momento solo su un obiettivo: fermare con qualsiasi mezzo i migranti. Obiettivo, come la storia recente ci insegna, irraggiungibile. Eppure un sistema per evitare le morti in mare ci sarebbe: basterebbe ripristinare una missione navale europea per soccorrere i naufraghi e portarli in salvo, permettendo, a chi ne ha diritto, di chiedere l’asilo.
Tante, purtroppo, sono state dal 1996 in poi le stragi di migranti nel Mediterraneo. E ogni volta sentiamo ripetere che la colpa è solo ed esclusivamente degli scafisti che convincono o addirittura costringono le persone a partire e ne organizzano il viaggio. E la soluzione proposta è sempre la stessa: impedire le partenze, difendere le frontiere, “aiutarli a casa loro”.
In seguito al ritiro delle truppe da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati, dall’agosto del 2021 in Afghanistan sono tornati al potere i Talebani. L’abbandono improvviso del paese ha lasciato esposti alla vendetta del nuovo governo gli afghani che avevano collaborato con gli USA e gli altri paesi impegnati nel conflitto (tra i quali il nostro); per costoro non è stata effettuata nessun’altra evacuazione dopo quelle realizzate nell’immediato.
La Camera ha definitivamente approvato il decreto Cutro che prevede:
– il taglio della protezione speciale;
– l’aumento dei centri per il rimpatrio e dei relativi tempi di detenzione;
– l’esclusione dei nuovi richiedenti asilo dal Sistema di accoglienza e integrazione (Sai).
Un decreto che, per usare le parole di Ero Straniero, un cartello che riunisce decine di organizzazioni, è «inadeguato, disumano, illegittimo e renderà più difficile la vita delle persone straniere nel nostro paese».
Il 10 Marzo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge n. 20 del 2023, il cosiddetto decreto Cutro, chiamato così perché dovrebbe rappresentare la risposta governativa alla morte di oltre 90 persone, naufragate nelle acque del Mare Ionio.
Il 12 Marzo si è tenuta a Cutro una grande manifestazione di denuncia dell’operato del governo riguardo al mancato salvataggio di un’imbarcazione il cui naufragio ha provocato la morte di oltre 90 persone. Pochi giorni dopo, un’altra imbarcazione naufragava nella zona libica di recupero e salvataggio. Di fronte alla comunicazione da parte della guardia costiera libica di essere impossibilitata ad intervenire, niente si è fatto da parte del governo italiano che si è trincerato dietro il pretesto che quella non era zona di sua competenza...
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