Share Gli insuperabili
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By Consorzio Parsifal
The podcast currently has 14 episodes available.
Questa puntata non sarebbe dovuta uscire eppure abbiamo sentito il bisogno e il desiderio di chiudere il nostro viaggio con un'ultima storia. Perché ogni eroe, di ogni narrazione, alla fine torna a casa.
Alex Zanardi è uno sportivo ma soprattutto un esempio. Ha vinto in pista e nella vita, insegnandoci a insistere - pur se per soli 5 secondi - anche e soprattutto quando tutto sembra perduto.
A lui, l'uomo dal quale abbiamo preso in prestito il nostro claim, è dedicata l'ultima puntata de gli insuperabili.
Simone Weil (Parigi, 1909 - Ashford, 1943) è stata tra le più importanti pensatrici del '900 e un'insuperabile che nella sua - seppur breve - vita ha provato in ogni modo a scalare il muro della verità. In 34 anni ha sofferto, scritto e pensato e lo ha fatto in un'epoca nella quale non poteva immaginare quanto la storia le avrebbe dato ragione.
Ogni numero di magia è composto da tre parti o atti. La prima parte è chiamata “la promessa” […] la seconda è chiamata “la svolta” ma voi ancora non applaudite. Perché far sparire qualcosa non è sufficiente; bisogna anche farla riapparire. Ecco perché ogni numero di magia ha un terzo atto, la parte più ardua, la parte che chiamiamo “il prestigio”.
Inizia così, con il monologo tratto dal film “The prestige” di Christopher Nolan, la decima puntata de Gli Insuperabili, dedicata a Matthias Buchinger, un piccolo, fantastico uomo del '700 che ha trasformato la sua vita in magia.
Ogni chitarrista conosce Django Reinhardt perché non solo è stato un musicista incredibile ma perché la sua forza e la sua passione, oltre la stessa musica, lo hanno reso un simbolo immortale.
Django è l'esempio perfetto di come la pratica sia più importante della teoria e di come alla genialità non si possano mettere limiti.
Questa è la sua storia raccontata con il prezioso contributo del Maestro Paolo Tombolesi, coordinatore dei corsi Jazz presso il conservatorio Licinio Refice di Frosinone.
Nuotatrice, attrice, guru del fitness, artista circense e rivoluzionaria: Annette Kellerman in vita sua è stata molte cose.
L'acqua del mare è stata il minimo comune denominatore di ogni sua attività e lo strumento con il quale ha sconfitto la poliomielite che aveva contratto da bambina. La sua è una storia che attraversa tre differenti continenti superando sfide sempre più ardue e imprese, all'apparenza, impossibili.
Paul Morphy è stato uno dei più forti giocatori di scacchi mai esistiti.
Due anni prima di morire, però, gli venne chiesta l’autorizzazione per inserire la sua biografia in un volume dedicato agli uomini più illustri della Louisiana e lui rispose indignato: "mio padre, il giudice Alonzo Morphy, è stato grande. Io non ho niente a che fare con le biografie."
Eppure quando il 30 aprile del 1858 rientrò "campione" dal suo viaggio in Europa venne celebrato come una rock star.
Cosa successe a Paul? Perché la sua carriera, iniziata in tenerissima età, si fermò di colpo a 21 anni? Cosa lo ha reso un insuperabile?
In questa puntata torniamo in Francia, precisamente al numero 1 di Rue du Puits-Tiphaine a Senlis.
Lì si cela la stanza che per anni ha custodito il segreto di Séraphine: i quadri floreali che componeva di notte dopo aver lavorato come donna delle pulizie. Per lei dipingere non era un atto liberatorio o rivoluzionario, non era neppure mossa da una necessità espressiva. Pitturare era il solo modo che aveva trovato per abitare il mondo. Fino a quando, a 42 anni, viene scoperta da uno dei più famosi collezionisti d'arte dell'epoca.
Helen Keller e Anne Sullivan sono le protagoniste della 5^ puntata de "Gli insuperabili".
Helen è stata una scrittrice, attivista e insegnante statunitense, divenuta sordo-cieca a soli 19 mesi. Anne - ipovedente - la sua educatrice.
È la storia di due donne che hanno abbattuto le barriere trasformando i loro limiti in splendide virtù. Ma è anche la risposta a una domanda profonda: come si può pensare se non con le parole?
Il protagonista del 4° episodio de "Gli Insuperabili" è il giornalista francese Jean Dominique Bauby il quale, colto giovanissimo da un ictus improvviso e affetto dalla sindrome locked-in, ha affrontato sé stesso nell'ospedale marittimo di Berck sur Mer.
"Non mancava niente, eccetto me. Ero altrove."
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