Glitch - la musica dell'imprevedibile

Sono le novità sempre più importanti e belle di quanto nuovo non è più? Non è vero che il "nuovo" è il mantra del consumismo? Questa domanda non deve farci cadere nell'eccesso opposto dove solo le cose "vecchie" sono belle; quando i frutti erano più buoni, il tempo era sempre bello e il serpente ancora non ci aveva tentato. Questa domanda deve invitarci a riflettere sulla durata, nel tempo, delle nostre passioni (musicali), sul loro effettivo valore diacronico.
Come che sia, la top ten 2022 di Glitch è qui, come riassunto parziale di un 2022 musicale che solo in qualche caso ha saputo rendere l'angoscia di un futuro incerto e di un presente in mano ai reazionari.

Tempo di resoconti, dicono. Tempo di resa dei conti, forse. Quanto dell'arte (musicale) riesce davvero a raccontare il presente e ad incidere in esso? 10 album per (non) raccontare il 2021.

Marguerite Yourcenar ci fa da viatico per l'opera musicale di Midori Takada, persa nell'oblio e ritrovata solo grazie alla passione di un singolo e agli algoritmi di Big G che qualche volta fanno cose buone.
Perché alcune opere (musical ma non solo) vengono ignorate al momento della pubblicazione per poi essere ritrovate, scoperte davvero per la prima volta solo anni dopo?
Questo e altro nel nuovo episodio di Glitch.

Dalla critica dell'imperialismo culturale occidentale alla messa a nudo della repressione poliziesca nella cosiddette democrazie occidentali, l'opera di Fatima Al Qadiri mira a risvegliare le coscienze degli ascoltatori. Ma è un progetto attuabile nella sola musica? Scopriamolo assieme.

Quanti sono i musicisti che una volta codificato il loro sound lo mettono in discussione osando allontanarsi da quanto creato per poter tentare sentieri altri? Mutare come soggetto e quindi anche musicista pare non essere contemplato nel mercato dell'intrattenimento. Facciamo conoscenza con una band che, nel bene e nel male, si è disinteressata di questa "regola" non scritta.

“There was more resistance to the fact I was using computers than to the fact that I was a woman doing music”
Una donna che fa musica con i computer, una perfetta ricetta per la discriminazione. Ma nonostante tutto e tutti Laurie Spiegel non solo ha composto pezzi di storia musicale ma ha anche mostrato la via a tanti musicisti interessati a non ricondurre le possibilità della musica elettronica nell'alveo delle mode del momento operando come una liutaia del futuro più che come una "artista".

Link alla versione webapp del Music Mouse di Laurie Spiegel:
https://teropa.info/musicmouse/

Una musica della soglia, un rock che non è rock e che viene da anni scambiato per elettronica; questo è Ben Frost la cui opera sarà l'occasione anche per chiacchierare sulla definizione di rock e di elettronica nel nuovo millennio.

Dal segnale al rumore, Alva Noto ha dedicato la sua indagine musicale a quanto interrompe il flusso di quanto consideriamo musica e messaggio, dando rilievo alle imperfezioni e le derive, mettendo in luce, così, possibilità musicali inesplorate.

Epigoni di Cage, Varèse e tanti altri per la loro impostazione avversa al romanticismo come espressività, gli Yellow Swans sono stati tra le cose migliori del noise americano coi loro loop malinconici trafitti da stilettate di caos e la loro lotta senza quartiere alla forma canzone del consumo lubrificalo e facile.

Essere nebulosa invece di Star. Essere molteplicità invece che ego. Esporre musicalmente l'osceno non detto della società invece di fare i cantori dell'ideale o i trasgressivi del sabato del villaggio. Gli Haus Arafna prendono la lezione dei Throbbing Gristle e ne mescolano i segni con il post punk per un pop che non è pop perché non ha un popolo già impacchettato dai media al quale parlare.