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By Grande come una città
The podcast currently has 17 episodes available.
Insegnanti precari, continue riforme, il taglio costante dei fondi, una popolazione studentesca dei cui diritti pochi sembrano curarsi: per giunta, un anno e mezzo di DAD che ha reso ancora più evidenti le difficoltà della scuola pubblica. Quante volte abbiamo sentito dire che la
scuola italiana è in crisi? Si vorrebbe sostituire la «scuola del Novecento», ossia la scuola per tutti, gratuita e democratica, con nuove forme di didattica «individualizzate», «adatte alle esigenze delle
famiglie», come fosse un'operazione di target marketing. In questo incontro, Christian Raimo parte dal suo ultimo testo "L'ultima ora" per decostruire l'impatto della meritocrazia sulla scuola pubblica e sulla fruizione dei diritti democratici. Francesca Coin parte dal merito per guardare a come gli stessi principi stanno smantellando i diritti del lavoro e la sicurezza sociale sino a creare un mondo di insicurezza e diseguaglianza crescente. In quest'epoca cosa significa utopia? Le nuove forme di rifiuto del lavoro sono un antidoto sufficiente alle ingiustizie odierne? E infine, esistono immaginari in erba in grado di contrastare una società sempre più diseguale?
Bio: Francesca Coin, sociologa. Si occupa di lavoro e diseguaglianze sociali. Ha un dottorato di ricerca in sociologia presso la Georgia State University, negli Stati Uniti. Fino a settembre 2022 ha lavorato come Professoressa Associata nel Dipartimento di Sociologia dell'Università di Lancaster, nel Regno Unito. Ora insegna nel Centro Competenze Lavoro, Welfare e Società del Dipartimento di Economia Aziendale, Sanità e Sociale (Deass) della Supsi, in Svizzera. Scrive su Internazionale e L’Essenziale. Il suo ultimo libro "Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita" è in uscita il 30 maggio 2023 per Einaudi Stile Libero.
Bio: Christian Raimo è nato nel 1975 e vive a Roma. Insegna storia e filosofia alle scuole superiori. Nel 2022 ha terminato un dottorato in storia contemporanea sulla storia della scuola. Ha scritto diversi saggi tra cui "Tutti i banchi sono uguali" e "Contro l’identità italiana", entrambi per Einaudi. Collabora con Treccani come consulente scientifico, e scrive per diverse testate di scuola e politiche dell’istruzione.
C’è una tensione profonda tra il titolo e il sottotitolo di quest’incontro. Per costruire infatti nuovi concetti e soggetti abbiamo bisogno di affrancarci dalla neo-lingua del capitalismo contemporaneo. Ma ciò non è semplice, nella misura in cui questa neo-lingua ha trasformato alla radice il senso e la forma delle nostre parole. Il nostro incontro sarà dunque dedicato a confrontarci insieme su tre tesi fondamentali.
La prima tesi è precisamente che il neoliberismo ha comportato una vera e propria svolta semiotica della società.
La seconda tesi è che questa svolta semiotica della società richiede di lavorare non tanto sul concetto quanto sul lessico della democrazia, per capire se è ancora un significante in grado di parlare dei significati emancipatori.
La terza tesi è che bisognerebbe fare lo stesso anche per la categoria lessicale di sinistra. È ancora un significante emancipatorio? Oppure anche il lessico della sinistra è ormai irrimediabilmente compromesso dentro la svolta semiotica della società?
(Spoiler: la mia proposta è che sia democrazia sia sinistra possano essere ancora parole emancipatorie, ma ne discuteremo insieme e il finale può anche essere a sorpresa, essendo un lavoro collettivo).
Collettivo di fabbrica GKN, Fridays for Future Roma, Non Una di Meno, Collettivi universitari della Sapienza, con il coordinamento del collettivo Controtempo, parlano di comunicazione e forme di lotta attraverso i corpi e le immagini.
Gli ultimi due decenni hanno visto l'emersione ricorrente di grandi ondate di mobilitazione, spesso transazionale: dal movimento altermondialista a quello contro la guerra in Iraq, dalla primavera araba alle piazze contro l'austerità, dal movimento femminista agli scioperi del
clima. L'azione collettiva, dopo la fine del '900 e delle sue grandi narrazioni, non è finita ma si trasforma, prendendo forme in parte imprevedibili e in parte ricorrenti. La tecnologia gioca in questa trasformazione un ruolo innegabile. Se i movimenti, come ci insegna la ricerca sul tema, sono principalmente "agenti significanti", impegnati in processi e pratiche di comunicazione con avversari, alleati e potenziali sostenitori, qual è il rapporto tra conflitto e comunicazione? Mettendo in discussione le facili letture tecnodeterministe, la lezione userà il nesso conflitto-comunicazione come punto di vista da cui analizzare le tendenze dell'azione collettiva nel XXI secolo, le sue continuità e le sue trasformazioni.
Bio: Lorenzo Zamponi è ricercatore in sociologia presso la Scuola Normale Superiore, dove fa parte di COSMOS (Centre on Social Movement Studies). Si occupa di movimenti sociali, partecipazione politica, memoria collettiva. È co-editor della rivista Jacobin Italia e attivista della rete UP-Su la testa.
Quali i "concetti trappola" dello sviluppo sostenibile? E in che modo sono il cuore del greenwashing delle maggiori corporation a livello globale? Ne parleremo a partire dalle posizioni espresse dai movimenti del sud mondo che ci indicano strade alternative.
Bio: Emanuele Genovese cura l'Ufficio stampa di Fridays for Future Italia
L’Agenda ONU 2030 è stata adottata il 25 settembre 2015 da 193 capi di Stato e di governo. L’intervento analizzerà come ciò abbia influito nel recente sviluppo delle politiche europee e nazionali, in particolare dal 2019 con il rinnovo del Parlamento europeo e con il programma di mandato di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea. Saranno focalizzate le criticità e le misure di contrasto adottate per rispondere alle crisi socio-economiche conseguenti al COVID-19 (incluse anche nel PNRR) e all’invasione russa in Ucraina. Nel quadro nazionale sarà brevemente presentata anche la modifica agli art.9 e 41 della Costituzione (approvate a febbraio 2022) con l’introduzione della tutela dell'ambiente, della biodiversita' e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. Contribuendo a mettere in evidenza le criticità, con richiami anche a quanto emerge dall’ultimo rapporto del Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC - 2022-2023), si prospetteranno in breve anche le proposte più avanzate incluse nell’ultimo rapporto per il Club di Roma - Earth for All (2022).
Bio: Luigi Di Marco è membro della Segreteria Generale dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Dal 1997 al 2006 ha ricoperto incarichi dirigenziali in comuni della provincia di Milano come architetto e urbanista occupandosi di pianificazione del territorio, lavori pubblici, ecologia e ambiente, salute e sicurezza sul lavoro. Si è poi concentrato sulle politiche locali per lo sviluppo sostenibile e ha trasferito la sua attività professionale anche a Bruxelles e poi a Roma. Dal 2011 collaborando con AIAS (Associazione Italiana Ambiente e Sicurezza) ha svolto attività di studio e divulgazione scientifica sui temi dello sviluppo sostenibile e della responsabilità sociale d’impresa, impegno poi confluito nelle attività dell’ASviS. Con ASviS ha partecipato alla redazione dei rapporti annuali dal 2016, è autore dei quaderni ASviS Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e politiche europee (edizioni 2020, 2021, 2022) e dell’omonima rubrica settimanale https://asvis.it/rubrica-europa-e-agenda-2030/, co-autore del quaderno “Transizione digitale per gli SDGs”(2021) e curatore del quaderno “Transizione ecologica giusta”(2022).
L’incontro offrire spunti storici e di attualità sulla “non regolamentazione” dei rapporti tra le economie mondiali in un mondo globalizzato, con particolare attenzione a: il problema delle monete forti e deboli, la
dipendenza dall’esportazione di materie prime, l’inflazione, le politiche di austerità. Di seguito il dettaglio gli argomenti trattati:
• Keynes e il Bancor
• Il fallimento di Bretton Woods
• La crescita dei tassi di interesse degli anni ’80 e il ruolo dei mercati finanziari
• Le politiche di austerità verso i paesi meno sviluppati
• La speculazione sulle materie prime
• iI ruolo dell’Occidente e della Cina
• Possibili spiragli e soluzioni
Bio: Andrea Calzolari (si occupa di microfinanza, cooperazione internazionale e valutazione di impatto dei programmi di credito): si è laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Pisa e ha conseguito il Master in Finanza per lo Sviluppo presso l’Università di Parma; è esperto in credito e microcredito a favore delle piccole imprese. Ha esperienza pluriennale in attività di supporto finanziario ai produttori agricoli in Africa e America Latina. In Senegal ha gestito programmi pubblici di aiuto, finanziati dal Ministero degli Affari Esteri Italiano. Attualmente collabora con varie università in progetti di valutazione d’impatto degli strumenti di credito a favore della piccola impresa. Da vari anni vive a Bruxelles e si occupa di formazione e divulgazione su tematiche legate all'economia, ai sistemi finanziari ed agli squilibri tra Paesi del Nord e Paesi del Sud.
Maurizio Ricciardi è professore di storia delle dottrine politiche. La sua ricerca è rivolta alla costruzione di una teoria politica dei concetti sociali, indagando i legami storico-concettuali tra le scienze sociali e il pensiero
politico moderno e contemporaneo. Concentrandosi su questa dimensione sociale del politico moderno, ha indagato le trasformazioni di alcuni concetti politici fondamentali come popolo, classe,
rivoluzione, capitalismo, costituzionalismo, democrazia, ideologia, diritti umani, individualismo e liberalismo. Ha dedicato un’attenzione particolare alla nascita e alle trasformazioni del concetto di società e all’emersione di forme specifiche di potere sociale che ridefiniscono in continuazione le possibilità di azione del potere politico. Grazie all’approfondimento dei contenuti fondamentali del progetto ordo- e neoliberale e della rilevanza teorica e pratica delle migrazioni contemporanee sta attualmente indagando la trasformazione dello Stato moderno in Stato globale, ovvero la costituzione di una forma di statualità adeguata alla configurazione della società-mondo
contemporanea. Ha dedicato studi specifici ad autori classici del pensiero sociale e politico come Ferdinand Tönnies, Niccolò Machiavelli, Emile Durkheim, Talcott Parsons, Niklas Luhmann, Pierre Bourdieu, Max Weber, Karl Marx. Attualmente sta affrontando la possibilità di una teoria critica della governance algoritmica.
“Esistono problemi globali che non fanno parte dell’agenda politica dei governi nazionali, anche se dalla loro soluzione dipende la sopravvivenza dell’umanità. Il riscaldamento climatico, il pericolo di conflitti nucleari, le disuguaglianze, la morte di milioni di persone ogni anno per mancanza di alimentazione di base e di farmaci salva-vita e le centinaia di migliaia di migranti in fuga segnano il nostro orizzonte presente e futuro. In gran parte dipendono dall’assenza di limiti ai poteri selvaggi degli Stati sovrani e dei mercati globali. Tuttavia, un’alternativa istituzionale e
politica è possibile e la sua stella polare è una Costituzione della Terra. Non si tratta di un’ipotesi utopistica. Al contrario, è la sola risposta razionale e realistica allo stesso dilemma che Thomas Hobbes affrontò quattro secoli fa: la generale insicurezza determinata dalla libertà selvaggia dei più forti, oppure il patto di convivenza pacifica basato sul divieto della guerra e sulla garanzia dell’abitabilità del pianeta e perciò e perciò della vita di tutti. La vera utopia, l’ipotesi più inverosimile, è l’idea che la realtà possa rimanere così com’è: l’illusione cioè che potremo continuare a fondare le nostre democrazie e le e il nostro tenore di vita sulla fame e la miseria del resto del mondo sulla forza delle armi e sullo sviluppo ecologicamente insostenibile delle nostre economie …” (Per una costituzione della Terra, Feltrinelli 2022).
Bio: Luigi Ferrajoli è professore emerito di Filosofia del diritto all’Università Roma Tre. Giurista, filosofo del diritto e della politica, giornalista, ex magistrato, allievo di Norberto Bobbio, ha scritto più di 30 libri, molti dei quali tradotti in diverse lingue, e oltre 500 saggi in riviste e opere collettanee. Si possono ricordare: Diritto e Ragione. Teoria del garantismo penale (Laterza 1989), Principia iuris. Teoria del diritto e della democrazia (Laterza 2007),
Poteri selvaggi. La crisi della democrazia italiana (Laterza 2011), La democrazia attraverso i diritti (Laterza 2013), Il paradigma garantista. Filosofia e critica del diritto penale (Editoriale Scientifica 2014), Iuria paria. I fondamenti della democrazia costituzionale (Editoriale Scientifica 2015), La logica del diritto. Dieci aporie nell’opera di Hans Kelsen (Laterza 2016), La democrazia costituzionale (il Mulino 2016), Manifesto per l’uguaglianza (Laterza 2018), Perché una Costituzione della terra (Giappichelli 2021), La costruzione della democrazia. Teoria del garantismo costituzionale (Laterza 2021).
L'intervento tratta la questione della "decolonizzazione del patrimonio", dalle prime istanze degli anni Ottanta agli sviluppi più recenti su scala globale, riflettendo sulle diverse proposte in campo per quanto riguarda monumenti, toponomastica e musei legati a colonialismo, schiavitù e razzismo. In tale contesto il caso italiano verrà presentato come caso di studio, con particolare attenzione alle collezioni coloniali presenti nei musei della penisola. Si rifletterà infine sull'opportunità stessa di riallestimenti e ripensamenti di questo tipo di musei e collezioni, e sul cosiddetto "scramble for decolonization".
Bio: Beatrice Falcucci è assegnista di ricerca presso l’Università dell’Aquila, dove è insegna Storia Contemporanea, e fellow presso l’Istituto Neerlandese di Roma (KNIR). Dopo il dottorato in storia della scienza presso l’Università di Firenze è stata borsista all’American Academy di Roma e presso la Fondazione Einaudi di Torino. Si occupa di cultura coloniale in Italia e le sue continuità post-coloniali, costruzione dell’identità nazionale e museologia coloniale. La sua tesi di dottorato sulle collezioni coloniali in Italia ha vinto il Premio Spadolini (2021) ed è in via di pubblicazione come monografia. Sui temi delle sue ricerche ha pubblicato su Nincius, Passato e presente, Italia contemporanea, Modern Italy, Organon e co-curato il volume "Repositories. Per un contro-archivio della colonialità tra storia, arti e visualità".
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