I tedeschi non sanno come definire i soldati catturati: erano alleati poco prima e ora non lo sono più, una metà del loro Paese combatte ancora a fianco della Germania e l’altra metà ci si è schierata contro, non sono propriamente prigionieri di guerra perché non sono stati presi in combattimento. Non godranno quindi nemmeno di quel minimo di riguardo fissato dal diritto internazionale e garantito dalla Croce Rossa. Ma sono pur sempre centinaia di migliaia di militari che farebbero gola all’esercito nazi-fascista, stremato dalla lunga guerra. Ma loro rifiutano strenuamente di combattere per quella parte: accettando la desolazione, la fame e i tormenti dei lager con un’eroica determinazione che Guareschi, umorista di razza, sintetizzerà con un geniale “Non muoio neanche se mi ammazzano!”. Anche se, in moltissimi, moriranno: ma in democrazia – scrive sempre Guareschi – “bisogna tener conto anche dei morti”.