La versione tradizionale della storia ci racconta come dopo la fine dell’ultima era glaciale, circa nel 9600 a.C., su loro iniziativa i nostri antenati cacciatori-raccoglitori improvvisamente iniziarono a coltivare e ad allevare il bestiame, a creare insediamenti sempre più grandi ed infine città fino a quando nacquero le prime civiltà circa 6000 anni fa, nel 4000 a.C. C’è un fatto però, che sta cambiando radicalmente queste nostre convinzioni, le nuove scoperte archeologiche e non solo continuano a spingere indietro nel tempo, nel vero senso della parola, questa data. Una di queste scoperte in grado di modificare la nostra storia è stata compiuta nell’isola di Giava. Si tratta di una delle scoperte archeologiche più affascinanti e controverse dei tempi moderni al punto da mettere in confusione gli archeologi ufficiali e a mettere in discussione tutto quanto ci è stato insegnato fino ad oggi sulla preistoria dell’umanità. Nel 1890 l’esploratore e storico olandese Rogier Verbeek riportò in un suo libro l’esistenza in Indonesia di un sito megalitico estremamente suggestivo. Nel 1914 fu l'archeologo olandese Nicolaas Johannes Krom a riproporlo nuovamente in una sua pubblicazione ma il sito sarà ignorato fino al 1979, quando un gruppo di agricoltori locali lo riscoprì e riportò all’attenzione mondiale. La struttura si trova a 30 km a sud-ovest della città di Cianjur, nella provincia di Giava Occidentale (Indonesia) e veniva chiamato dai locali Gunung Padang, la Montagna dell’illuminazione. Gunung Padang è stata riconosciuta come un sito modellato da mano umana in tempi estremamente antichi e soprattutto censita nel 1998 come luogo di interesse locale dal Ministero dell’Istruzione e della Cultura indonesiano. Questa nuova attribuzione ha permesso di iniziare una nuova serie di ricerche e studi che hanno gettato nuova luce sulla storia delle civiltà antiche.