Nelle campagne incantate della Val di Merse, a poche decine di chilometri da Siena, si erge solitaria la piccola Rotonda di Montesiepi, custode di un prodigio antico: una spada infissa nella roccia, limpida testimonianza di un gesto che a distanza di secoli sfida il tempo e la scienza. Questo è il racconto di Galgano Guidotti, cavaliere e poi eremita, divenuto figura centrale di un’epopea mistica e di un monumento cristiano unico nel suo genere. Galgano Guidotti nacque nel 1148 a Chiusdino, figlio di una famiglia della piccola nobiltà locale. Si narra che, già giovane, fosse abile nelle armi e nelle giostre: le sue giornate trascorrevano tra tornei e feste, nutrendo un orgoglio indomito. Ma nel 1180, a poco più di trent’anni, una visione divina lo colpì: la Vergine Maria gli apparve sul monte Siepi, chiamandolo a rinunciare alle armi e a seguire la via dell’umiltà. In un gesto di radicale conversione, il cavaliere piantò la sua spada nella pietra, ad annunciare la fine della sua vita guerriera e l’inizio di quella contemplativa.