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Share I miti dello yoga
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La lezione di yoga è finita. L’insegnante ci invita a unire le mani, chinare appena la testa e dire: namaste. È un ringraziamento, ma anche un saluto, ma anche una preghiera. È ciò che si dice a un ospite appena giunto in casa nostra, ma anche il gesto che si compie davanti a una mūrti, la “rappresentazione” sacra di un dio.
Da dove viene questo gesto, e perché praticamente tutto il mondo lo usa per pregare? E come mai in India, ma non solo, lo si usa anche per salutare e ringraziare?
A proposito: in questo episodio, il nostro “finale di stagione”, ne approfittiamo per salutare e ringraziare tutti voi. E anche Matteo, che aggiusta sempre tutto. Facciamo questo podcast da più di un anno, e ci fa sempre piacere incontrare qualcuno che ci dice di averlo ascoltato. Speriamo di avervi ispirato e tenuto compagnia con le nostre storie: torneranno presto. Namaste.
I miti dello yoga è un podcast che cerca di svelare, raccontando una storia, cosa si nasconde dietro gli āsana fatti sul tappetino. Esce un sabato sì e uno no.
I testi e le voci sono di Francesco Losapio e Alice Merlini.
La postproduzione audio è di Matteo Scandolin.
Se il podcast ti è piaciuto, puoi seguire Francesco e Alice su Instagram, leggere il loro libro “Lo yoga degli dei” e incontrarli da JivAli Yoga.
Buona pratica, e buon ascolto.
Nel film Indiana Jones e il tempio maledetto, il mitico archeologo con la frusta deve vedersela con una setta di perfidi adoratori della dea Kālī, che sfruttano bambini in una miniera, strappano il cuore dal petto dei loro nemici e gettano innocenti nella bocca di un vulcano attivo. Ma è questo che comanda “la Nera”, la dea sanguinaria che fa la linguaccia? Beh… non proprio.
Molte lezioni di yoga si concludono con una specie di piccola cerimonia che, in genere, quasi tutti i praticanti apprezzano: un prolungato śavāsana, la posizione del cadavere. Sdraiati sulla schiena, ascoltiamo il respiro e ci lasciamo sprofondare, accettando di non fare nulla per un po’. Ma il nome di questa posizione, specie quando lo si sente per la prima volta, non può che farci sobbalzare. Perché a un momento così rilassante è associato un nome tremendo? Cosa c’è dietro l’aspetto terribile di Kālī?
I miti dello yoga è un podcast che cerca di svelare, raccontando una storia, cosa si nasconde dietro gli āsana fatti sul tappetino. Esce un sabato sì e uno no.
I testi e le voci sono di Francesco Losapio e Alice Merlini.
La postproduzione audio è di Matteo Scandolin.
Se il podcast ti è piaciuto, puoi seguire Francesco e Alice su Instagram, leggere il loro libro “Lo yoga degli dei” e incontrarli da JivAli Yoga.
Buona pratica, e buon ascolto.
La spaccata dello yoga dedicata all’uomo-scimmia Hanumān è uno degli āsana più celebri, vuoi per la sua difficoltà, vuoi per il suo fascino coreografico. Il suo successo, però, probabilmente deriva anche dal fatto che il suo nome è legato a quello di uno dei personaggi più famosi della storia umana, una figura mitologica in grado di compiere incredibili acrobazie e attraversare secoli e civiltà.
Tra le molte storie che lo vedono protagonista, ce n’è una in particolare tratta dal Rāmāyana, gigantesco poema epico indiano, che viene raccontata ogni volta che un praticante di yoga, dopo tanti sforzi e tentennamenti, finalmente si convince dei suoi poteri e scende in spaccata.
I miti dello yoga è un podcast che cerca di svelare, raccontando una storia, cosa si nasconde dietro gli āsana fatti sul tappetino. Esce un sabato sì e uno no.
I testi e le voci sono di Francesco Losapio e Alice Merlini.
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Buona pratica, e buon ascolto.
P.S.: mentre aggiungo queste righe, per un puro caso, è stata resa nota la notizia della scomparsa di Akira Toriyama, il grande mangaka autore di molte opere, tra cui Dragon Ball, che ho citato in questo episodio. Senza di lui, forse non mi sarei mai avvicinato all’Oriente. Per quello che conta, dedico questa puntata alla sua memoria.
Chi ha inventato lo yoga? Ci sono persone, in India, convinte di sapere la risposta a questa domanda. Sono discendenti di un’antico lignaggio di monaci, e di guerrieri, e il loro fondatore ha vissuto la sua giovinezza nel ventre di un pesce.
Dal Leviatano al Diluvio, molte storie umane si ritrovano quasi identiche un po’ ovunque, ma in questo caso, dalla balena non uscirà un burattino, ma il primo fra gli yogi. Anche lui, tuttavia, alla ricerca dei suoi genitori.
I miti dello yoga è un podcast che cerca di svelare, raccontando una storia, cosa si nasconde dietro gli āsana fatti sul tappetino. Esce un sabato sì e uno no.
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Buona pratica, e buon ascolto.
Una persona seduta a gambe incrociate, con le mani atteggiate in una mudrā e gli occhi chiusi, canta la sillaba Oṃ: ecco lo yoga. O almeno, questa è l’immagine che si affaccia alla mente di molti, quando sentono la parola yoga. Chi pratica hatha yoga, invece, probabilmente non ha mai neanche cantato l’Oṃ.
Eppure, questa parola è nota a tutti. Dalle antiche Upaniṣad alle stampe sulle borse di tela, l’Oṃ è apparso dovunque attraversando il tempo, e conservando intatto il segreto potere che racchiude.
I miti dello yoga è un podcast che cerca di svelare, raccontando una storia, cosa si nasconde dietro gli āsana fatti sul tappetino. Esce un sabato sì e uno no.
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Buona pratica, e buon ascolto.
Il pantheon induista sembra essere un posto molto affollato, in cui pare che gli dèi si contendano in continuazione il primato sui loro simili, tutti costantemente minacciati dall’ambizione degli asura, i “demoni” che vogliono prendere il loro posto.
La cosiddetta “posizione della sedia” però ci ricorda che c’è una divinità che ha uno stabile posto sul trono, anche se ha dovuto conquistarselo in battaglia. È la Śakti, la forza che rende capaci, la potenza che crea e protegge la vita: la forza delle donne, le sole capaci di uccidere il bufalo.
I miti dello yoga è un podcast che cerca di svelare, raccontando una storia, cosa si nasconde dietro gli āsana fatti sul tappetino. Esce un sabato sì e uno no.
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Buona pratica, e buon ascolto.
Vogliamo tornare, dopo la pausa, con una delle storie che ci piacciono di più. Parla di un istante cruciale, un momento che si estende per sempre: quello in cui il dio Śiva stacca il piede da terra e inizia a danzare.
La posizione di Naṭarājāsana è una delle più ambite e celebri dello yoga, una coreografia ricca di dramma che è anche un modello per disegnare l’universo. L’atto divino di abbandonarsi al ritmo ci permette di attraversare una soglia, oltre la quale ci è permesso di accorgerci, in maniera irreversibile, che facciamo parte della danza.
I miti dello yoga è un podcast che cerca di svelare, raccontando una storia, cosa si nasconde dietro gli āsana fatti sul tappetino. Esce un sabato sì e uno no.
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Buona pratica, e buon ascolto.
Ora che siamo a metà della prima stagione di questo podcast, abbiamo deciso di prendere fiato per un po’. Torneremo a gennaio, subito dopo le vacanze di Natale, con altri episodi. Nel frattempo, ne approfittiamo per ringraziare e augurare.
Dunque, a chi ci ascolta e ci supporta, auguriamo la grazia. Ci risentiamo presto.
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A volte un oggetto o un’immagine possono renderci curiosi di un’intera cultura. Un disegno su una confezione di incensi, una musica ascoltata per caso, oppure un accessorio particolare, una collana sacra dall’aspetto curioso.
La japamālā è diventata un po’ il simbolo della fascinazione per l’Oriente, un modo per mostrare che si sta procedendo sul cammino dello yoga. Ma questo rosario rimanda in realtà a molte altre tradizioni, e in ognuno dei suoi grani c’è sia una storia di morte che una promessa di rinascita.
I miti dello yoga è un podcast che cerca di svelare, raccontando una storia, cosa si nasconde dietro gli āsana fatti sul tappetino. Esce un sabato sì e uno no.
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La famosa “posizione dell’aquila”, quella in cui si sta in piedi con gambe e braccia intrecciate, è in realtà dedicata a Garuḍa, figura mitologica che attraversa numerose culture e che in India è tradizionalmente considerata la cavalcatura del dio Viṣṇu.
Rapace dal volto umano, invincibile e puro, Garuḍa è legato fin dalla nascita alla creatura a lui avversa: i serpenti, suoi nemici mortali eppure suoi parenti. La creatura che più vola libera e quella che non può neanche alzarsi da terra sono l’una lo specchio dell’altra, così come è stretto il legame tra farmaco e veleno.
I miti dello yoga è un podcast che cerca di svelare, raccontando una storia, cosa si nasconde dietro gli āsana fatti sul tappetino. Esce un sabato sì e uno no.
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The podcast currently has 15 episodes available.