Share Il Diario del Capitano, di Andrea Di Gregorio.
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By Andrea Di Gregorio / PNL EVOLUTION
The podcast currently has 42 episodes available.
Immaginate di trovarvi davanti ad un intricato labirinto: un luogo di mistero, scoperta, che a tratti vi confonde. Questo labirinto è la mente umana, un complesso amalgama di pensieri, emozioni, ricordi e sogni.
La mente, con le sue narrazioni e convinzioni, spesso opera sotto il radar della nostra consapevolezza cosciente per proteggerci, guidarci, e a volte, per mantenere intatte le nostre percezioni del mondo e di noi stessi. È un meccanismo di difesa, un modo per gestire il dolore, il disagio o l'incertezza. Carl Gustav Jung ci ha insegnato l'importanza dell'ombra, quella parte di noi che contiene tutti gli aspetti della nostra personalità che abbiamo scelto di negare o reprimere. Secondo Jung, ascoltare ed integrare la nostra ombra è fondamentale per il processo di individuazione, ovvero, un viaggio verso l'accettazione di tutto ciò che siamo.
Questo processo di ascolto e integrazione richiede coraggio. Richiede la volontà di esplorare le parti più oscure e nascoste di noi stessi, quelle parti che la mente cerca di occultare con le sue menzogne protettive. Eppure, è proprio attraverso questo viaggio interiore che possiamo scoprire il nostro pieno potenziale, le nostre vere passioni e i nostri desideri più profondi.
In questo viaggio, scopriamo che ascoltare la mente quando "mente" non è un atto di accusa, piuttosto un invito a dialogare con noi stessi, a riconoscere le nostre paure, le nostre speranze e i nostri sogni. È un processo di scoperta che ci richiama alla nostra interezza, al riconoscimento che siamo molto più di ciò che pensiamo d’essere.
#sviluppopersonale #programmazioneneurolinguistica #crescitapersonale #pnl
Lara è una ragazza appassionata d’arte e fotografia, con un seguito modesto ma affezionato sui social media. Tuttavia, ultimamente si è sentita sotto pressione a postare contenuti che ritiene "virali" o popolari, piuttosto che quelli che riflettono veramente la sua passione. Ogni volta che pubblica, si preoccupa più delle reazioni e dei commenti che del valore o del significato del suo lavoro. Questo desiderio di approvazione e popolarità la porta a modificare i suoi interessi autentici a favore di ciò che crede piacerà di più, sacrificando la sua vera identità creativa.
La storia di Lara evidenzia come il bias di desiderabilità sociale possa influenzare profondamente l'autenticità personale.
Per affrontare questo bias, è essenziale sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e valutare sinceramente le proprie motivazioni dietro a determinate azioni o risposte, insomma, essere se stessi.
Esplorare modi per rendere i contenuti interessanti è un’altra cosa, si chiama marketing.
La procrastinazione è un fenomeno complesso, radicato profondamente nella nostra psicologia e neurologia. È quel sottile piacere che proviamo quando scegliamo di fare qualcosa di piacevole nel momento presente, pur sapendo che stiamo rimandando compiti più importanti. Scientificamente, questo comportamento si spiega attraverso la "preferenza per il rinforzo immediato", un principio che illustra come il nostro cervello privilegi le gratificazioni immediate a discapito di benefici futuri più significativi.
Quando cediamo alla tentazione di un piacere immediato, il nostro sistema di ricompensa cerebrale si attiva, rilasciando dopamina. Questa sensazione di piacere, tuttavia, è effimera e spesso seguita da sensazioni di colpa o stress per non aver fatto ciò che realmente avrebbe portato a un beneficio a lungo termine. È qui che entra in gioco il conflitto interiore: tra il desiderio di gratificazione immediata e la capacità della corteccia prefrontale di proiettarci verso obiettivi futuri, promuovendo un comportamento più razionale e orientato al lungo termine.
La chiave per superare la procrastinazione risiede nell'esplorare e applicare strategie che coinvolgono la riscoperta e l'utilizzo delle nostre esperienze positive passate, come avviene attraverso il Generatore di Nuovo Comportamento, una tecnica della PNL che invita a creare un ponte emotivo tra il presente e il futuro desiderato, utilizzando le emozioni positive legate ai nostri successi passati come catalizzatori per il cambiamento.
Immagina di poter attingere a quel senso di trionfo vissuto in passato e di poterlo riaccendere ogni volta che ti trovi di fronte a un compito che tendi a rimandare. Visualizza il successo, crea un legame emotivo attraverso un'ancora che ricordi il tuo impegno e il piacere derivante dal raggiungimento degli obiettivi, e metti in pratica il nuovo comportamento. Questo metodo non solo promette di ridurre la procrastinazione, ma offre anche un viaggio di autoscoperta e di potenziamento personale.
La strada per superare la procrastinazione inizia con la comprensione dei meccanismi che la alimentano e prosegue con l'applicazione di strategie basate sulle nostre capacità di cambiamento. È un invito a riconoscere il potere delle nostre azioni presenti nel modellare il futuro che desideriamo. Non lasciare che la procrastinazione definisca il tuo percorso; esplora la tua mente, abbraccia il cambiamento e scopri quanto più produttivo e realizzato puoi essere.
Nel mondo complesso delle relazioni umane, Gregory Bateson, antropologo, psicologo e sociologo britannico, ha introdotto concetti rivoluzionari che aiutano a comprendere meglio come interagiamo gli uni con gli altri. Tra questi, le idee delle relazioni simmetriche e complementari, nonché il concetto di scismogenesi, offrono spunti interessanti, soprattutto quando applicati alle dinamiche amorose.
Relazioni Simmetriche e Complementari: Cosa Sono?
Le relazioni simmetriche sono quelle in cui le parti coinvolte si comportano in modo speculare, riflettendo l’azione o il comportamento dell’altro. Questo può manifestarsi in una competizione sana o in un sostegno reciproco, dove entrambi gli individui cercano di mantenere un equilibrio di forze.
D’altro canto, le relazioni complementari si basano su differenze che si completano. In queste dinamiche, una persona può assumere un ruolo più dominante, mentre l’altra più sottomesso, con entrambi che trovano soddisfazione nel loro ruolo perché si sentono completati dall’altro.
La Scismogenesi: L’inizio della separazione
La scismogenesi descrive un processo attraverso il quale le relazioni degenerano a causa delle dinamiche simmetriche o complementari che nel tempo tendono a diventare estreme o disfunzionali. Bateson ha identificato due tipi: scismogenesi complementare e scismogenesi simmetrica, ognuna porta a possibili conflitti o allontanamenti se non bilanciata adeguatamente.
L’Importanza dell’Alternanza
Una relazione sana necessita di un’alternanza tra momenti simmetrici e complementari. Questa dinamica permette alla coppia di esplorare diverse modalità di interazione, mantenendo la relazione fresca e resiliente. La mancanza di alternanza può portare a monotonia, insoddisfazione o, nel peggiore dei casi, all’inizio del processo di scismogenesi che può culminare nella separazione.
Tutti Ne Abbiamo Bisogno
Ogni individuo, consciamente o meno, anela a questa alternanza nelle relazioni. Quest’ultima fornisce un equilibrio tra l’essere indipendenti e l’essere interdipendenti, tra dare e ricevere, tra guidare e seguire. La comprensione e l’accettazione di questa necessità possono rafforzare la connessione tra i partner.
Le teorie di Bateson sulle relazioni simmetriche e complementari e il concetto di scismogenesi offrono una lente attraverso cui possiamo esaminare le nostre relazioni amorose. L’alternanza tra questi due tipi di dinamiche è vitale per la salute e la longevità di una relazione. Riconoscere questa necessità e lavorare attivamente per mantenere un equilibrio tra momenti simmetrici e complementari può aiutare le coppie a navigare le complessità delle relazioni moderne, evitando la trappola della scismogenesi e costruendo una connessione più profonda e significativa.
Questa è la storia di Luca, un giovane manager che ha preso la decisione di investire in un’idea che, purtroppo, non ha ottenuto i risultati sperati. Il lato interessante della storia è tuttavia un altro: egli ha ripetuto l’errore, facendo altri investimenti improduttivi fino a portare la sua impresa sull’orlo del tracollo.
Invece di analizzare obiettivamente i risultati e apprendere dagli errori, Luca ha iniziato a ricordare le sue decisioni in modo distorto. Ha enfatizzato i pochi aspetti positivi, come l’innovazione del prodotto e il coraggio di provare qualcosa di nuovo, mentre ha minimizzato l’importanza dei risultati negativi, attribuendoli a fattori esterni, come il mercato o la concorrenza, piuttosto che alle carenze nella strategia di marketing.
Questo atteggiamento ha impedito a Luca di apprendere dall’esperienza. Invece di adattare la sua strategia in base al feedback ricevuto e agli errori commessi, ha continuato a seguire lo stesso approccio, sperando in risultati diversi. La mancanza di auto-riflessione e la riluttanza ad accettare critiche costruttive hanno limitato la sua crescita professionale e hanno messo a serio rischio il fallimento della sua azienda.
La storia di Luca è un esempio di come agisce il bias di Conferma della Scelta, una distorsione cognitiva che impedisce di riconoscere e imparare dai propri errori, adottando al contrario un comportamento tende a ripeterli. Il bias è insidioso e si presenta spesso nella nostra quotidianità; tendiamo a ripetere gli stessi errori perché ricordiamo le nostre decisioni in modo distorto, enfatizzando gli aspetti positivi e minimizzando, o talvolta ignorando completamente, quelli negativi. Questo processo di auto-giustificazione porta a credere che le proprie decisioni siano state le migliori possibili, indipendentemente dai loro reali esiti. Sebbene questo possa temporaneamente aumentare l’autostima, crea una barriera all’apprendimento, poiché impedisce di riconoscere e riflettere criticamente sui propri errori.
Il bias può avere un effetto nefasto anche nelle relazioni personali. Quante volte hai rifiutato di ammettere che una scelta fatta in passato, come intraprendere un certo tipo di relazione, fosse sbagliata? Quante volte ti sei impedito di apprendere e crescere da quelle esperienze? Ma soprattutto, quante volte ancora dovrai sbagliare prima di imparare?
Marco (nome di fantasia) è un ragazzo che ha fatto uso di cocaina. Mi ha contattato perché non riusciva a comprendere la ragione di questa sua scelta. Era consapevole sia degli effetti della sostanza, sia del fatto che non lo avrebbe portato da nessuna parte; eppure ogni sera si sentiva obbligato a mantenere quell'“appuntamento”.
La verità è emersa quando ha iniziato a lavorare sull'intenzione positiva della sua scelta, ovvero, il desiderio di esprimere il ragazzo brillante e sempre pronto che sente d’essere. Il timore era che in qualsiasi momento avesse potuto perdere l’energia che lo animava. La sostanza agiva come una garanzia, un'assicurazione che gli permetteva di continuare a sentirsi energico e capace, come lui desiderava, per tutto il tempo che voleva.
Marco ha risolto il problema prendendo consapevolezza dell'Effetto delle Aspettative dell'Osservatore, un bias cognitivo che funziona come uno specchio. Il timore per Marco era verso le persone intorno a lui, come amici o membri della famiglia; era convinto che queste si attendevano un certo comportamento da lui e la paura di deluderle era insostenibile. Grazie alla nuova consapevolezza, ha compreso l’importanza di mostrarsi com’era e con tutti i suoi limiti. Ha capito che le persone che amano davvero sono quelle che ci accettano per come noi siamo.
Marco non fa più uso di droghe da tempo, ma ciò che conta davvero è che ora si apprezza per quello che è. La sua esperienza è diventata uno degli insegnamenti più importanti della sua vita.
In un’epoca dove la gratificazione sembra essere a portata di mano, è tempo di sfidare uno dei nostri bias più radicati: lo “Sconto Iperbolico”, ovvero la tendenza a preferire le ricompense immediate a quelle future, anche se queste ultime sono significativamente maggiori. Il curioso fenomeno psicologico, utilizzato da alcune aziende per spingere i potenziali clienti all’acquisto, è anche una sfida reale che impatta ogni aspetto della nostra vita, compresi gli obiettivi personali.
Ma perché optiamo per il piacere immediato invece di benefici più grandi e duraturi? Nonostante viviamo nell’era della tecnologia, il nostro cervello è ancora legato a meccanismi antichi, progettati per un mondo dove la sopravvivenza dipendeva dall’approfittare delle opportunità immediate. Il nostro antenato preferiva cibarsi dell’uovo subito, piuttosto che allevare le galline nel pollaio, per ragioni legate alla sopravvivenza. Oggi, in un contesto moderno, la sopravvivenza non è più in discussione; anzi, i mezzi per garantirla sono più che sufficienti. Ciò che diventa fondamentale è la propria evoluzione, senza la quale non si è in grado di affrontare i cambiamenti repentini della società. Puntare alla gratificazione immediata può diventare un freno che limita la capacità di perseguire obiettivi a lungo termine che richiedono pazienza e perseveranza.
Quando prendiamo una decisione, chiediamoci se stiamo cedendo alla tentazione dell’immediatezza. Riflettiamo sui benefici a lungo termine delle nostre azioni. Stabiliamo piccoli obiettivi che ci portino verso quelli più grandi. Mettiamoci alla prova ritardando deliberatamente le gratificazioni. Infine, confrontiamoci con un punto di vista esterno; può fare la differenza nel farci vedere le conseguenze a lungo termine delle nostre scelte.
Superare lo “Sconto Iperbolico” significa riprogrammare una parte fondamentale del nostro pensiero, imparando a valorizzare il futuro tanto quanto il presente. Non è un percorso facile, ma sicuramente può portare ad una vita più ricca e soddisfacente.
Le emozioni rappresentano un elemento fondamentale per la sopravvivenza, ma anche per la comprensione della vita.
Se percepiamo qualcosa come pericoloso basandoci solo sulle credenze, l’emozione che ne risulta è più una reazione a quella credenza che alla situazione stessa.
Un altro aspetto chiave è il rapporto tra la paura e il nostro sé. La filosofia della mente considera le emozioni come parte integrante della nostra identità e della nostra auto-comprensione. Affrontare le nostre paure, quindi, diventa un modo di conoscere e sviluppare il nostro sé, portandoci verso una maggiore maturità emotiva e cognitiva.
A volte il rischio più grande si genera dal non far nulla.
L’amore, non è soltanto un sentimento o un’azione, ma un’arte, una forma di espressione che permea ogni aspetto della nostra vita. Nel libro “Fare l’amore”, Eric Berne esplora questo concetto non solo come un atto fisico, ma come una pratica che coinvolge l’intero essere – corpo, mente e spirito.
La visione di Berne ci invita a considerare l’amore in termini di edificazione spirituale.
È così che ogni interazione diventa un’opportunità per esprimere sé stessi e per crescere. Nel fare l’amore siamo chiamati ad esplorare ed accettare noi stessi, il nostro interlocutore, nonché la complessità delle emozioni e delle esperienze condivise. Questo processo diventa un viaggio di scoperta reciproca e di arricchimento spirituale.
È così possibile trasformare ogni momento della nostra vita in un’opportunità per creare connessioni significative. Che si tratti di un dialogo profondo, di un gesto di cura, o di un momento di intimità fisica, ogni azione può essere espressione di attenzione consapevole.
Le parole “andrà tutto bene” sono diventate un mantra, spesso le si augura a qualcuno oppure a sé stessi, ma riflettere sul significato profondo dietro questo augurio può fare la differenza.
La filosofia, da Aristotele a Kant, ha sempre enfatizzato l’importanza dell’agire. Per Aristotele, l’azione è l’espressione della virtù e del carattere. Nella sua “Etica Nicomachea”, sottolinea che la virtù non sta solo nel sapere, ma nell’agire secondo questo sapere.
Anche la psicologia moderna, ha esplorato l’importanza dell’ottimismo attivo, come sottolinea Martin Seligman, che dice esserci una differenza cruciale tra un ottimismo passivo e uno attivo. Quest’ultimo non porta le persone a limitarsi di sperare che le cose vadano bene, ma include il riconoscimento dei problemi e l’impegno attivo per superarli.
Le parole di sostegno e i buoni auspici sono importanti, ma senza l’azione, rimangono vuoti. La vera responsabilità sta nell’agire per realizzare quelle speranze. È un invito a muoversi oltre la confortante passività dell’augurio, abbracciando un approccio più proattivo e determinato.
Questo atteggiamento richiede coraggio, determinazione e una costante volontà di agire, qualità che possiamo tutti sviluppare e coltivare per il bene di noi stessi e della società, per essere fautori del nostro destino.
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