Conversazione con Paolo Guerrieri Paleotti. La Commissione Ue ha sanzionato Google con una multa di 2,95 miliardi di euro per violazione delle norme antitrust europee. Entro 60 giorni la società dovrà presentare un piano di misure da mettere in atto per eliminare le distorsioni della concorrenza che riguardano il comparto della pubblicità digitale: un settore che frutta 7 miliardi di ricavi e che, secondo la Commissione, presenta conflitti di interesse da sanare. Google sta affrontando anche negli Usa procedimenti analoghi, poiché una corte federale ha sollevato analoghe accuse di abuso di posizione dominante. L'Amministrazione Trump imputa all'Ue di aver agito in modo discriminatorio, minaccia ulteriori dazi e contesta qualsiasi forma di regolamentazione che sia di ostacolo alle Big Tech. All'interno della Commissione Ue si sono sollevate perplessità sull'opportunità di varare le sanzioni per timore di ulteriori ritorsioni da parte Usa: ma la vicepresidente con delega alla Concorrenza Teresa Ribera è riuscita ad opporsi alla proposta di rinvio caldeggiata tanto dal commissario al Commercio Sefcovich che dalla Presidente Von Der Leyen. Si tratta di difendere la sovranità legislativa delll'Unione europea. E' senza dubbio opportuno procedere sulla via delle eliminazione degli eccessi di regolamentazione che caratterizzano l'assetto dell'Unione europea: ma non si può confondere il piano di semplificazione burocratica, amministrativa, con una istanza di smantellamento delle nostre regolamentazioni, che garantiscono trasparenza e proteggono dai rischi cittadini ed imprese. Il freno alla competitività dell'Ue non è rappresentato tanto dall'eccessiva regolamentazione, quanto dalla frammentazione del mercato dei capitali e delle regole nazionali