Conversazione settimanale con Paolo Guerrieri Paleotti. Gli Usa, un Paese spaccato: un'estrema polarizzazione dell'elettorato ha preso il posto di quel che un tempo è stata una fisiologica alternanza. Cresce, negli Usa come in Europa, la percentuale di cittadini che esprime ostilità verso le élites politiche, accusate di disinteressarsi alle classi lavoratrici e di causare il declino dei loro Paesi. Un sentimento che li porta ad auspicare l'arrivo di un leader forte, che riporti la loro Nazione ad una condizione di potenza. Trump è il campione di questo tipo di leader, capace di attrarre masse di delusi, presentandosi come l'anti-élite, pur facendone pienamente parte. Come tutti i leader populisti, fiuta i problemi reali ma non offre soluzioni in grado di risolverli. La sua ricetta, fin dal 2016: taglio delle tasse, forte incremento della spesa per bloccare gli immigrati illegali. Mai tagli delle tasse con le sue Amministrazioni hanno portato beneficio soltanto a ricchi e benestanti, malgrado lo promettesse per le fasce più povere. L'aumento del debito pubblico Usa è arrivato con Trump al 125 per cento. Trump individua nelle importazioni da Cina ed Europa le cause del declino Usa e per questo promette una linea protezionistica di dazi e tariffe. L'Amministrazione Biden ha invece scelto innalzamenti dei dazi mirati, come è il caso delle auto elettriche in arrivo dalla Cina. La scelta di Trump farebbe in realtà pagare a tutti i cittadini i prezzi dell'innalzamento dei dazi sui beni importati