La decisione di Donald Trump di sospendere l'applicazione dei dazi 'reciproci' per 90 giorni: una frenata indotta dai timori che la fuga dai titoli del Tesoro americano aveva provocato. Si sarebbe andati incontro ad una situazione di illiquidità, poiché i Treasures rappresentano la spina dorsale del sistema weconomico-finanziario mondiale. Una situazione simile si era vissuta solo con la crisi del 2008 e con l'impatto del Covid. Il clima di incertezza creato dall'Amministrazione Trump ha creato sfiducia sui titoli di Stato, le azioni e sul dollaro. E la crisi di fiducia può essere più grave della guerra delle tariffe. Si fa concreto il rischio di un rialzo dell'inflazione. Il Presidente Usa fa retromarcia anche sui dazi imposti su Iphone, pc, microchip. Ma il segretario al Commercio precisa che sarà una sospensione temporanea. Nel braccio di ferro con la Cina, è quest'ultima a trovarsi in una posizione di forza, poiché da anni ha concentrato i suoi sforzi per rendersi autonoma dagli Usa. E grazie all'enorme valore di risparmio accumulato, sarebbe in grado di rilancira i consumi interni. L'Ue rischia di rimanere stritolata dal conflitto Usa-Cina. Nei 90 giorni di pausa è necessario costruire un percorso negoziale. L'arma di deterrenza di cui dispone è la possibilità di colpire le esportazioni di servizi digitali statunitensi: Amazon, Google, Facebook. Anche se Trump parla solo del disavanzo legato ai beni, questi settori consentono agli Usa una posizione di suprplus innegabile. Ma saranno uniti gli Stati Ue in questa sfida? La Francia sembra convinta, ma altrettanto non si può dire né di Germania, né di Irlanda. La proposta della Commissione Ue di un'area di libero scambio Ue-Usa 'dazi zero': avrebbe senso se Trump fosse convinto dei benefici del libero commercio, ma tutto fa supporre che non sia così.